(Quando manca il collegamento internet...)
Il Sistema sanitario nazionale nasce nel 1978 per garantire una buona salute a tutti secondo i principi di universalità, gratuità e solidarietà. Oggi ci ritroviamo con un Sistema sanitario a due velocità perché le Regioni del Sud non riescono ad assicurare il medesimo livello di prestazioni sanitarie che al Nord. A tal proposito alcuni indicatori sono allarmanti: il tasso di mortalità ogni 10000 abitanti è elevato in Campania essendo 121,6 per gli uomini e 81,8 per le donne seguita da Sicilia e Calabria mentre è notevolmente più basso in Toscana 101,1 uomini e 66,7 donne seguita da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. La speranza di vita alla nascita è di 79,2 anni per gli uomini e 83,7 donne in Campania seguita da Sicilia ed è circa 80 uomini e 85 donne in Basilicata, Calabria e Puglia mentre è 81,5 uomini e 85,8 donne in Veneto, Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna.
Gli investimenti europei sono la opportunità di rendere i sistemi sanitari regionali omogenei su tutto il territorio nazionale per garantire equità di accesso a beni e servizi.
E' necessario un Piano straordinario di rafforzamento della Sanità al Sud che possa garantire costituzionalmente gli stessi livelli essenziali di assistenza rispetto al Nord.
La spesa sanitaria pro-capite ha visto proprio il Sud indebolito per i finanziamenti ridotti in vario modo che potremmo approfondire in altra sede e che hanno portato le Regioni meridionali ad essere “non virtuose” e in Piano di rientro se non addirittura Commissariate. Ciò ha determinato tagli lineari, chiusure di presidi ospedalieri e territoriali e blocco delle assunzioni o almeno quel poco che si poteva fare. Sprechi e corruzione seppur presenti in tutt'Italia influiscono molto poco nel processo discendente venutosi a creare.
Ecco perché bisogna dapprima pensare ad Ospedali di prossimità vale a dire Presidi ospedalieri con Pronto soccorso che devono essere raggiungibili in mezz'ora, al massimo 60 minuti, dal sistema di emergenza e dotati di reparti di Medicina, Chirurgia, Ortopedia e Rianimazione. D'altronde gli Ospedali di comunità gestiti dai Medici di Medicina generale sono ancora una utopia per il Sud laddove al Nord troviamo Case della salute, Country Hospital e Centri di Assistenza primaria. Quindi bisogna realizzare tali stutture intermedie per quelle persone che necessitano di una assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. Le attuali nostre Eccellenze ospedaliere ed universitarie vanno valorizzate e fatte conoscere al pubblico perchè i meridionali non sempre sono al corrente delle cure di alta complessità presenti sul nostro territorio.
Quanto è importante in tutto questo rafforzare le risorse umane aumentando il personale medico e sanitario, favorendo i ricambio generazionale e dando l'opportunità a quei 9000 medici, formatisi in Italia che sono andati a lavorare all'estero per mancanza di posti e bassi stipendi, di vivere nel loro luogo d'origine generalmente il Sud. Bisogna impiegare risorse sulle Cure primarie dal momento che la attenzione alla cronicità, fragilità, non-autosufficienza e prevenzione sono carenti e, come insegnato dalla pandemia e dal default del sistema sanitario lombardo, il medico di famiglia è in grado di portare assistenza a domicilio e di alleggerire il carico sugli Ospedali. La riorganizzazione della Medicina territoriale non può prescindere dalla realizzazione di mini-team multiprofessionali con ruolo unico, infermiere di comunità, operatore socio sanitario e attrezzature diagnostiche di primo livello anche in modalità telemedicina.
La prevenzione è un'altra priorità per il Sud con intenventi nel campo degli screening delle malattie neoplastiche e rare tenendo conto che la Genomica è praticamente inesistente nella definizione del rischio di ammalarsi di cancro e nella prevenzione oncologica. Investire in farmaci innovativi e vaccini riduce il rischio di malattie invalidanti e accorcia i tempi di ospedalizzazione.
Il benessere e guadagnare salute in 4 mosse “Più frutta e verdura, più movimento, meno alcol, niente fumo” per rendere facili le scelte salutari non sono la realtà nel Sud dove povertà e discriminazione sono gli ostacoli da superare e gli indicatori rivelano l'esatto contrario visto che si fuma tanto in Campania, si è sovrappesi in Basilicata, obesi in Puglia e non si pratica sport in Sicilia.
Non per ultimo le liste d'attesa vanno abbattute per rendere la vita dei cittadini più semplice e con risposte pronte al loro stato di salute. Gli interventi non possono essere di tipo compartimentale sulla base delle diverse specializzazioni ma come già sottolineato nel Piano nazionale della cronicità bisogna agire sul sistema secondo una gestione integrata. Superare le ataviche contrapposizioni Ospedale-Territorio (Distretto) e creare una Rete che intervenga sulla base della stratificazione del rischio per ciascun paziente secondo un piano assistenziale personalizzato dove il cittadino da un lato sia responsabilizzato nei confronti della propria salute e il sistema sanitario dall'altro risponda senza ridondanze, sprechi e con la massima efficacia ed efficienza, aumentando la offerta nelle aree carenti. Avremmo Medici di famiglia, specialisti ambulatoriali e specialisti ospedalieri che, anche gratificati dai risultati, possano lavorare secondo una presa in carico dei bisogni globali e non solo clinici del paziente-persona.
La Sanità privata è da valorizzare per i presidi sanitari che offre alla comunità tra cui gli Stabilimenti termali per il recupero della salute ma non può produrre quello che vuole e necessita di essere coerente con le analisi del fabbisogno.
Infine la Ricerca scientifica deve trovare gli investimenti per rivitalizzare la competitività del Sud a beneficio della salute e per sviluppare una medicina moderna atta alla crescita dell'intero sistema Paese.
* Commissione Sanità ET M24A
Ambrogio Carpentieri, Marcello Fulgione, Egidio Giordano, Antonio Marsiglia, Elio de Lorenzis, Giuseppe (Josè) Galiero, Pasquale Biscari, Pippo Satriano
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