di Raffaele Vescera*
Ecchellà, l’ultima di Corradino da Roma, dopo l’invito a rimuovere la memoria della feroce conquista del Sud di parte Sabauda, arriva la conseguente sciocchezza sulla Calabria da lui definita “terra irrecuperabile”. Conseguente sì, poiché certe stolide e banali affermazioni si possono fare solo ignorando o rimuovendo la lunga storia di colonizzazione italiana del Mezzogiorno.
Una storia di continuo saccheggio delle sue risorse, naturali, industriali e umane trasferite al Nord, di impoverimento da terzo mondo cui è stato ridotto, con disoccupazione tripla rispetto al resto d’Italia e reddito dimezzato, e non ultimo con l’aver favorito la formazione delle mafie ed averle protette, mafie utili a raccogliere soldi e voti a fin di Nord, tanto da parlare di Stato-mafia. Ne è segno il silenzio di Tv e giornali nazionali che circonda il maxi-processo di Gratteri contro la masso-mafia calabrese, composta da ‘ndrangheta, politici e prenditori affaristi. È il sistema italiano, bellezza, un circolo vizioso che unisce sentimento antimeridionale di savoiarda memoria, nordico colonialismo mascherato con nazionalismo massonico, di destra in nome di una presunta “grandeur della nazione”, e di sinistra in nome di una presunta “unità dei popoli”.
E lui, Augias, intellettuale di malinteso sinistrismo, non sfugge al luogo comune che fa felice in un colpo solo conservatori e “progressisti”. Nascondere le cause del problema e mettere sotto i riflettori solo gli effetti, usare argomentazioni razzistiche per definire “irrecuperabile” un popolo, un popolo in grande maggioranza composto da gente che lavora, vive, gioisce e soffre come tutti i popoli del mondo. Soffrendo più di tutto l’emigrazione di milioni di suoi figli. Partiti per lavorare al Nord, grazie a uno Stato che sottrae 61 miliardi l’anno al Sud per dirottarli al Nord. Uno stato patrigno che, facendo figli e figliastri, lascia il Sud senza strade, ferrovie, aeroporti, ospedali, scuole, industrie e lavoro. Beni che profonde in abbondanza al Nord. Augias, scaricando le colpe sul popolo calabrese, usa in modo distorto il pensiero del grande scrittore calabrese Corrado Alvaro, che pur lui conosce: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.”
Augias accusa i calabresi di votare male, dimenticando che i Calabresi hanno votato tutti i partiti, dal Pd alla destra, fino al M5s degli onesti, in massa, e sono stati traditi da tutti, poiché tali partiti se non direttamente implicati nel malaffare, rispondono agli interessi del sistema Nord. Se la Calabria è irrecuperabile perché ha votato male, che dire dei settentrionali che votano in massa la Lega razzista e ladrona? E che dire di quelle regioni che votano un Pd compromesso con il peggior antimeridionalismo?
Dopotutto, ad Augias e consimili cattivi maestri, far parte del sistema dominante torna utile, poiché è questo sistema che consente di condurre la bella vita agli intellettuali à la page, come denunciato a suo tempo da Soria, nel processo per il premio Grinzane: “Il più vorace era Corrado Augias, assillante nei pagamenti in nero sfiorando l’indecenza". Mettersi contro il sistema significherebbe vivere da uomo comune, smettendola di spostarsi tra la casa a Parigi e i grand hotel di New York. Non sia mai.
*direttivo nazionale M24A-ET
1 Comments
Raffaele Torella
Intendo aderire a questo movimento, la cui nascità è stata per me una notizia magnifica. Una segno di speranza per smettere di aspettare che siano quelli del nord ad aiutare il sud.
Ho origini campane ma sono nato a Roma, unicamente perchè i miei genitori e nonni dovettero abbandonare la loro terra che non dava un futuro.
Grazie che abbiate fondato questo movimento.
Mi auguro che possa partecipare a tutte le competizioni politiche per ottenere quella equità territoriale che ci spetta. Niente di piuù e niente di meno
se volete sono uno dei vostri
Raffale Torella