AUTONOMIA DIFFERENZIATA. CI IMPICCHERANNO CON UNA CORDA D'ORO

AUTONOMIA DIFFERENZIATA. CI IMPICCHERANNO CON UNA CORDA D'ORO

AUTONOMIA DIFFERENZIATA. CI IMPICCHERANNO CON UNA CORDA D’ORO

di Pino Aprile

Così ci impiccheranno con una corda d'oro; è un privilegio raro (pur se temo che si limiteranno a farcela pagare come fosse di oro...). L'unica cosa certa è che hanno fretta e sono disposti a forzature inaudite per far passare quel che loro sanno e noi non sappiamo e forse non dobbiamo sapere, se non dopo che è stato fatto passare. Non sono in grado di dire altro dell'incontro Governo-Regioni di ieri, sull'Autonomia differenziata (ovvero il trasferimento di compiti e risorse dall'amministrazione centrale alle Regioni) e conclusosi con una sfilata di soddisfatti presidenti di Regioni del Sud (il che, senza cattiveria, non sorprende: se li accoltelli, qualcuno sarebbe capace di ringraziare perché avevi sterilizzato prima la lama) e del Nord (con riserva del solito Luca Zaia che, se fosse dato l'intero pil nazionale ai soli veneti, perché sono veneti e ce l'hanno profumato, si lamenterebbe: “E quello della Spagna?”).

Un ecumenismo che disorienta, per due ragioni: curioso che nessuno trovi nulla da ridire su un tema che segna una frattura netta e ritenuta sinora insanabile circa la distribuzione di risorse e diritti, fra chi si vede negati questi e chi pretende l'esclusiva di quelle; e poi, per la furiosa accelerata, dopo 18 anni di trucchi e melina; andrebbe pure bene, se almeno ci dicessero come si riesce a far in poche settimane quello che si considerava impossibile in anni (certi calcoli, fu detto dell'Autonomia differenziata, hanno a che fare più con l'esoterismo che con la realtà). Tutti contenti, invece, color che sanno (sanno?); tutti confusi, inquieti e sospettosi color che non sanno, perché non gli vien detto e devono fidarsi di una sintesi. Quel poco che si sa non può esser usato per analisi serie.

Abbiamo imparato che, come il diavolo e i leghisti, anche altri nascondono la trappola nei dettagli e la legge perfetta può essere tradita e stravolta, capovolta dai regolamenti, e se ai Comuni deve esser “integralmente” corrisposto il cento per cento delle risorse stabilite, si può “rispettare” la norma versando solo il 45,8 per cento. Non siete credibili, il che fa pretendere un dippiù di garanzie, documenti, impegni. Invece, il contrario e “poi ti dico”. Sono state anticipate cose quali: verrebbero trasferite subito alle Regioni le materie per le quali non è prevista la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), uguali per tutti e le altre solo dopo la stima del costo dei Lep, da fare in 12 mesi. Ma non si può valutare a spizzichi e bocconi. Per fare un esempio (e per pigrizia lo rubo al professor Gianfranco Viesti): la bozza che fa tutti contenti prevede la scuola regionalizzata o no? Prevede la complicità nel furto delle infrastrutture, da parte delle Regioni del Nord arricchite con i soldi di tutta Italia, (strade, ferrovie, eccetera: le dighe se le sono già fregate con l'ok dello scorso governo giallo-verde)? Per capirci: quelle opere, costruite con le tasse di tutti gli italiani, diventerebbero proprietà e patrimonio delle Regioni che già sono state ingiustamente favorite, venendo dotate di strade e linee ferroviarie (negate ad altre). E ora dovremmo pure regalargliele, come se fossero state realizzate a spese dei residenti; i quali poi ci farebbero pagare i pedaggi a loro piacimento. Niente più?

Insomma, quante porcate di questo genere ci sono o non ci sono nella legge della felicità globale che è stata messa a punto ieri e che fu partorita dalla fantasia predatoria del partito razzista nato per arricchire ancora di più il Nord a spese, più di prima, del Sud? Quindi non ci fidiamo del ministro alle Regioni, Francesco Boccia, che è del Pd? E perché dovremmo? La fiducia, in politica, è l'anticamera della sconfitta. E il Pd è il partito che ne merita meno di tutti in questa faccenda, essendo il maggior responsabile delle carognate a danno del Sud, derivate dalle pretese leghiste (condivise e sostenute dal Pd) su federalismo fiscale e Autonomia differenziata: dallo scempio (detto: riforma) del Titolo V della Costituzione, con cui tutto cominciò, un vero e proprio regalo alla Lega, sino allo stupro istituzionale del governo Gentiloni (sempre Pd), che pur defunto e a 4 giorni dall'elezione del nuovo parlamento, firma un accordo infame (prevede diritti non più uguali per tutti, ma calibrati sulla ricchezza dei territori, quindi fanculo i poveri) con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

Un infortunio? Quando quell'accordo viene, e meno male, ostacolato, da un movimento popolare e alcune scelte del M5S, i consiglieri regionali Pd delle tre Regioni pigliatutto firmano un documento congiunto per impegnare l'intero partito ad affiancare la Lega allora al governo! Quello che allarma non è solo il cosa (per ora ignoto), quanto il come: il testo dell'Autonomia differenziata sarà inserito nella legge finanziaria e messo ai voti, prendere o lasciare. Già questo è assurdo, perché costringe a un voto che mette in condizione di rendersi corresponsabili di una schifezza, temendone una peggiore (la caduta del governo); ma siccome al peggio non c'è mai fine, la strategia sarebbe altra: il governo presenterebbe, poche ore prima del voto sulla finanziaria (può farlo e l'anno scorso ne abbiamo visto una prova avvilente), la legge per l'Autonomia differenziata quale super-emendamento, non dando tempo di studiarla, analizzarla, e ponendo la fiducia: votare sì o bocciare, a scatola chiusa; una sorta di colpo di Stato (l'Autonomia, cambia l'assetto istituzionale del Paese). Nelle prime ore, ieri, questa circolava quale ipotesi del diavolo; in serata era data per sicura. Lo è? Non lo so. È una procedura peggiore della precedente (legge-quadro nella finanziaria), perché o accetti il male o ti rendi corresponsabile del possibile peggio. Se voti contro, infatti, cosa succede? Cade il governo, arriva la Lega e vara un'Autonomia differenziata che preveda, magari, per i terroni stipendi a metà e orario di lavoro doppio. I leghisti del Sud la voterebbero e forse non solo loro.

In più, se il governo cadesse sulla legge di bilancio, quella che l'Italia ha contrattato con l'Unione europea, il nostro Paese potrebbe essere di fatto commissariato, perché gli impegni siano rispettati. Un disastro. Come se ne esce? I modi si trovano, se ci sono le volontà, ma una premessa è irrinunciabile: tutto del documento di ieri deve essere reso di pubblico dominio; i partiti devono poterne discutere, gli esperti analizzarlo (il ministro Boccia aveva detto che si sarebbe avvalso di una commissione di specialisti, di cui ha pure fatto i nomi, ma che non sono mai stati chiamati e la commissione mai convocata); nelle università si devono fare i raggi x alle proposte; i giornali e le tv devono metterne al corrente i cittadini (pur se tremo all'idea di come lo farebbero; già oggi leggiamo che, a proposito dei Lep... “richiesti dalla Regioni del Sud”.Capito? Come se l'Autonomia sia un diritto a fronte del quale i soliti terroni chiedano qualcosa in cambio. Peccato che i Lep li abbia partoriti la Lega contro il Sud e siano divenuti un obbligo costituzionale; e quando la Lega si è accorta di aver fatto autogol, li abbia accantonati).

Il Pd è il padre di questa mossa brutale sull'Autonomia differenziata; ma al governo c'è pure il M5S. Chiediamo ai cinquestelle, che su questa materia si sono comportati un po' meglio degli altri (nonostante la componente Nord del Movimento, salvo rare eccezioni, sia come e peggio della Lega su questo) di impedire il blitz del Pd. Se servisse, si vota contro e, per evitare ricatti e danni peggiori, magari su qualcosa che non è la finanziaria, fosse pure il colore delle biglie di vetro. Ma che si sappia: così, intendendo il cosa e il come, la porcheria non passa, non deve, non può. Qui sotto elenchiamo i parlamentari cinquestelle più direttamente interessati (per le competenze a essi attribuite) alla questione Autonomia differenziata. Vi terremo informati su chi vota come cosa e vi informeremo, poi, sui parlamentari dell'altra componente del governo, il Pd, che ha fatto sua la mossa che la Lega non è riuscita a condurre a termine.

Deputati e Senatori m5s COMMISSIONE FEDERALISMO FISCALE

Vincenzo Presutto Angela Raffa Gabriella di Girolamo Giuseppe Pisani Sergio Vaccaro Nicola Grimaldi Angela Ianaro Giorgio Lovecchio Francesca Anna Ruggiero Martinciglio Vita Commissione parlamentare per le questioni regionali Emanuela Corda Rosa silvana abate Danila de lucia Tiziana Carmela Rosaria Drago Bianca Laura Granato Virginia Lamura Francesco Mollame Ruggiero Quarto Marialuisa Faro Antonio Federico Bernardo Marino Maria Pallini Enrica Segneri Elisa Tripodi

 

Movimento 24 Agosto

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