DEDICATO A TUTTE LE DONNE CHE FESTEGGIANO L’8 MARZO

DEDICATO A TUTTE LE DONNE CHE FESTEGGIANO L’8 MARZO

DEDICATO A TUTTE LE DONNE CHE FESTEGGIANO L’8 MARZO

di Liliana Isabella Stea

Esordisco con una domanda alle donne: ”Che cosa festeggiate?” Se c’è qualcosa da festeggiare. Credo sia noto a tutte che ovunque nel mondo, non solo in questo Paese, il compenso di una donna, a parità di qualifica e di mansione, è inferiore a quello di un uomo; e pochi mesi fa la proposta di finalmente equipararli è stata bocciata per il voto contrario di UN partito, che non voglio nominare, a cui però gli altri partiti si sono adeguati. Voi dite che questo è espressione di democrazia? O non sarà che invece, nascondendosi dietro di essa, tutti gli altri hanno tirato un sospiro di sollievo così da rimandare la questione a tempi da definirsi? Il sospetto io ce l’ho, viste le tante situazioni in cuile donne sono in svantaggio: meno occasioni di lavoro, al Sud più che al Nord, ricatto lavoro o maternità, oppure maternità o carriera, ‘ovvietà’ nell’accudimento di bambini, adolescenti, anziani e malati della famiglia, al Sud più che al Nord a causa della carenza al Sud di asili-nido, di mense scolastiche e di risorse economiche per cui tutto ricade su spalle femminili.

Non festeggiate per questo vero? non credo. Allora forse festeggiate il fatto che non siete voi, nonostante decenni di femminismo, a decidere del vostro corpo? E non mi riferisco alla dolorosissima questione delle gravidanze non volute o indesiderate, che arrivano perché non c’è ancora, nonostante se ne parli da almeno 50 anni, una sana e sacrosanta educazione all’uso degli anticoncezionali, per giovani e meno giovani di entrambi i sessi, in modo da evitare il problema prima che si presenti. Penso invece al fatto che ovunque nel mondo, orientale ed occidentale, non siano le donne a decidere, non solo come o cosa essere, bensì addirittura come vestirsi, per cui in alcuni paesi vieni picchiata o frustata o incarcerata per non esserti coperta come la ‘legge’ impone, ed in altri vieni messa alla berlina ed emarginata se non ti scopri abbastanza, e se non accetti che un corpo di donna sia esibito dappertutto per vendere di tutto, se non accetti come ‘normale’ quell’abbigliamento imposto altrimenti ‘non sei moderna’ e se non accetti, in caso di violenza o di molestie, l’accusa di ‘essertela cercata’.

Tutto questo l’8 marzo si annulla? Dall’8 marzo in poi, o forse giusto in questo giorno, riceverete uguale salario, uguale rispetto e considerazione e nessuna imposizione? Ma quando mai? L’8 marzo, così come per tutte le ‘giornate dedicate a qualcosa’ è l’esatto equivalente dell’ora d’aria, come si fa con i carcerati, per farli sfogare e respirare ‘liberamente’ un pochino, e riportarli subito dopo nelle loro celle, alla solita vita da reclusi. La loro, e la vostra, condizione non cambia, e anzi si riconferma e si rafforza proprio per la presenza di quell’ora, e di queste ‘giornate’. Cosa abbiamo dunque da festeggiare? Niente. E invece di ‘gioire’ di una ipocrita ‘giornata dedicata’, l’invito delle donne di questo Movimento è di rifiutare ‘l’ora d’aria’ e di intraprendere invece una lotta giornaliera, costante, che porti alla liberazione dalle ‘gabbie’ in cui siamo tutti in vario modo, noi donne di più, tenute prigioniere.

Le donne del Movimento 24A per l’Equità Territoriale non si accontentano delle ‘quote rosa’ e cose simili, ma PRETENDONO il riconoscimento di una piena e totale uguaglianza tra uomini e donne, nel dovuto rispetto delle naturali differenze. Solo questa si può chiamare Equità. Senza il rispetto delle Differenze, a partire da quella basilare di Genere, non esiste Equità di nessun tipo, e gli uomini di questo Movimento, per fortuna, lo sanno. Se il senso dell’8 marzo è l’affermazione di pari diritti per le donne, allora che ogni giorno sia per noi un 8 marzo, fino a che non ce ne sarà più bisogno. Le donne del Comitato per l’Equità di Genere vi aspettano.

Movimento 24 Agosto

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