FEMMINICIDIO, LAVORO E PARITA' DI GENERE

FEMMINICIDIO, LAVORO E PARITA' DI GENERE

FEMMINICIDIO, LAVORO E PARITA’ DI GENERE

di Maria Fabricatore

Il femminicidio è la forma più estrema di violenza degli uomini contro le donne, è l’eliminazione fisica di una donna in quanto donna, è l’eliminazione del suo ruolo sociale. Il Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi nella sua relazione in apertura dell'anno giudiziario, definisce i femminicidi come "emergenza nazionale". Il dato percentuale, rispetto agli omicidi degli uomini, aumenta “in maniera davvero impressionante”, oltre l'85% i delitti con vittime femminili. Solo nel 2019 sono 103, e 14 dall’inizio del 2020.

Secondo la Convenzione di Istanbul del 2013 l’obiettivo era di avere un centro antiviolenza ogni 10mila abitanti, ma nel 2018  erano attivi in Italia 285  pari a circa lo 0,06 centri per 10mila abitanti. I centri antiviolenza che dovrebbero essere presidi preziosi di libertà femminile per le donne, sono invece sempre drammaticamente pochi.

Nell’ultima indagine del Global gender gap report 2020 del World economic forum, per la parità tra uomini e l’Italia si colloca al 76° posto su 153 Paesi della classifica mondiale.

Secondo il report, sull'Italia pesa anche la differenza salariale fra uomini e donne a parità di livello e di mansioni. E più le donne studiano, più aumenta il divario: se un laureato guadagna il 32,6 per cento in più di un diplomato, una laureata guadagna solo il 14,3 per cento in più.

Per quello che riguarda il tasso di attività, secondo il Censis, arriviamo all’ultimo gradino tra i paesi europei, che raggiunge il del 56,2 per cento, rispetto al 75,1 di quella maschile. Quando arrivano i figli la situazione tocca il fondo per le difficoltà a conciliare i tempi di lavoro e quelli della famiglia. Per tantissime donne lavorare e gestire la famiglia rimangono percorsi inconciliabili e incompatibili.

In Italia l'11,1 per cento delle madri con almeno un figlio non ha mai lavorato.

La questione della parità salariale ed economica tra uomo e donna diventa ancor più prioritaria, ad esempio, nei casi di violenza domestica. Nel percorso di uscita dalla violenza, le donne che denunciano dispongono di scarsi strumenti – in termini di welfare – a sostegno del loro percorso di libertà e autonomia. Fatto che, spesso, le obbliga a tornare dal partner violento per l'impossibilità di essere autosufficiente. L'ultimo rapporto sull'Italia redatto da Grevio, interviene sulla scelta del ritiro del cosiddetto disegno di legge Pillon in materia di affido condiviso e mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità, sostenendo che “Se fosse stato approvato questo disegno di legge avrebbe comportato gravi regressioni nella lotta contro le disuguaglianze tra i sessi”.

Movimento 24 Agosto

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