di Monica Lippolis
Il modello della sanità veneta, lombarda o emiliana, incentrato sulla forte presenza di privati, ai quali viene dirottata una parte significativa delle risorse pubbliche, non può essere considerato un modello di efficienza, e non solo per gli scandali che hanno contraddistinto Veneto e Lombardia, divenendo di fatto quelli il vero fiore all'occhiello per la sanità delle due regioni, ma soprattutto per l'inadeguatezza delle regioni stesse a far fronte all'emergenza sanitaria provocata dal covid19.
Durante la puntata di Report del 04 nov. 2019, Fontana ha dichiarato: <<Noi ci riteniamo talmente più bravi dello Stato che con le stesse risorse riusciamo a rendere servizi migliori.>>
Infatti erano proprio le tre regioni del Nord a pretendere l'autonomia differenziata anche in ambito sanitario, e quando i governatori hanno avuto la possibilità di gestire le rispettive regioni, non sono stati in grado di prendere alcuna decisione incisiva in via autonoma, se non chiedere allo Stato di fare di più.
Silvestro Scotti, segretario della Fondazione dei Medici di famiglia, ritiene che sia assurdo che "non esista una norma di garanzia costituzionale che, in una pandemia, non riporti il controllo in mano allo Stato" e aggiunge, mettendo a confronto i diversi modelli di gestione dell'emergenza, senza risparmiare critiche all'autonomia regionale, che l'unica soluzione è che la sanità debba essere pubblica e nazionale.
Scotti denuncia anche il fatto che sia stata trascurata la prima linea, cioè i medici di base, sia come potenziale, perché si è ritenuto erroneamente che l'emergenza sanitaria andasse affrontata anche in prima battuta esclusivamente in ospedale, causando in questo modo la contaminazione dei pronto soccorso, sia come categoria, in quanto, nonostante i medici di famiglia siano parte del sistema sanitario nazionale, sono considerati lavoratori autonomi e per questo le varie direzioni sanitarie hanno interpretato che i dispositivi di protezione dovessero procurarseli autonomamente, e lo avrebbero anche fatto se gli stessi fossero stati acquistabili.
Il risultato è stato che tra i medici di base si è registrato un numero di contagi considerevoli e, ad oggi, 18 decessi.
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