Di Antonio Picariello*
La rimozione di Arcuri dal suo incarico di commissario per l’emergenza Covid-19, quale ultimo atto della restaurazione nordica al potere, ha messo tutti d’accordo nelle stanze del PUN. E a nulla vale che Figliuolo sia meridionale, poiché generale dell’esercito quindi esponente dello stesso potere. Con le defenestrazioni ministeriali, gli incarichi ai sottosegretari di “fiducia” e il cambio di guardia anche alla protezione civile il puzzle è completo. Eppure per Federico Fubini, CorSera, tutto questo non costituisce un rapporto ambivalente, non è complicità né rappresenta legami al limite del cortocircuito istituzionale. Lo era invece quello tra Conte e Arcuri, “il capo (pugliese) nel suo bunker e il fedelissimo (calabrese) in battaglia”.
Così li definisce il buon Federico sul Corriere della Sera del 2 marzo. L’articolo è un magniloquio, uno dei suoi, su dove condurrebbe la scaltrezza e l’accecamento del potere, sullo sfondo di istituzioni deboli. In sintesi gli scaltri Conte e Arcuri avrebbero potuto accentrare su loro stessi la piena gestione della crisi pandemica, esclusivamente per la debolezza delle istituzioni. Ma se la debolezza dei due governi Conte è un dato di fatto e non si discute, essa, in entrambi i casi, è scaturita da un cavallo di Troia e sarebbe lecito chiedersi chi lo abbia piazzato all’interno della “città” per favorirne la caduta per ben due volte.
Possiamo discuterne certo, ma ciò su cui non si riesce proprio a soprassedere è il concetto che passa da cotanta fatica di Fubini. Per il giornalista, infatti, esisteva senza dubbio una complicità tra Conte e Arcuri semplicemente per il fatto di essere meridionali. Il Sud ed i meridionali, insomma, sarebbero un altrove indistinto ed esotico di complicità tra tribù e clan. L’ambiguità con la quale tratta l’argomento lascia intravedere un prevalente significato negativo nell’opera di Conte e Arcuri, che egli spiega con l'essere entrambi meridionali (cos'è, un'etnia?). Un disvalore, essere meridionali.
Spiace solo che il buon Federico non si sia dedicato in passato, e di certo non lo farà in futuro, ai disvalori nordici della pandemia che pur essendo alla luce del sole, sono costantemente coperti dal silenzio della stampa di regime che egli stesso rappresenta. Le complicità, dovute alla latitudine, sono sistematicamente da tacere nel caso di settentrionali, così come tutti tacciono sul DPCM del governo Draghi ancora più restrittivo dei precedenti. Ci si chiede dove sia finito il cambio di passo tanto invocato e se magari non si trattasse solo di un cambio di figure nella stanza dei bottoni che il PUN ha voluto a tutti i costi riprendersi.
Solo una domanda al buon Federico: quando parleranno i ministri dell'economia e dello sviluppo economico scriverà un articolo identico, oppure le loro dichiarazioni passeranno in sordina perché non sono meridionali?
*M24A ET - Campania
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