di Paolo Mandoliti*
Poniamoci una domanda: perché tanto interesse sulla Governance del Recovery Fund?
209 miliardi di Euro sono tantissimi, più del Piano Marshall e l'acquolina in bocca (diciamo pure la bava) viene un poco a tutti: al capo indiscusso del partito unico del nord, quel Stefano Bonaccini che del potere politico di sinistra tosco-padano è il portabandiera. A Nicola Zingaretti, a cui fa comodo tenersi buoni gli emiliani e i piemontesi (come Orlando) che gli garantiscono la segreteria, altrimenti non si spiega come mai non mette in discussione il suo ministro De Micheli che ne combina una al giorno, mentre zittisce Provenzano che prova ad alzare la voce.
Ma la bava alla bocca al solo pensiero di poter avere un surplus di enorme quantità di risorse viene anche ai governatori leghisti ormai padroni, di fatto, della Conferenza Stato-Regioni (Zaia rispolvera progetti incompiuti ed alza la voce sui 25 miliardi che "spetterebbero" alla sua "repubblica veneta").
Il Governo prova a mettere ordine ma l'inconcludenza e l'incapacità (oltre che i veti trasversali) generano confusione ed ecco che produce un PNRR che sarebbe da buttare nel ces...tino dei rifiuti: 9 miliardi per la sanità e 3 miliardi per il settore del turismo (il lockdown vero o mascherato ha prodotto danni ingenti per le "vere" città turistiche italiane - per Verbania c'ha pensato Franceschini con le sue variabili Dummy!) sono un'offesa all'intelligenza degli italiani.
Dei 209 miliardi, solo un terzo (o poco meno) sono a fondo perduto (non devono essere restituiti. Il resto (145 miliardi) è debito pubblico. Ed ecco che un economista bravo sa che se faccio debito pubblico, lo devo indirizzare verso progetti, opere, che creano ricchezza. Che generano crescita economica. Non posso utilizzare un debito monstre (145 miliardi più i 120 generati nel 2020) per marchette e ristori, soltanto per tenermi buone alcune categorie. 265 miliardi di extra-debito (soltanto nel 2020 e ad esclusione dei 145 del Recovery Fund siamo balzati da un rapporto PIL/Debito dal 120% al 150%) devono essere utilizzati per ridurre questo rapporto (aumentando, appunto, il PIL).
E se guardiamo alle simulazioni del Governo, la crescita, grazie a questa fortissima iniezione di liquidità, è pari a percentuali irrisorie.
Inoltre, è l'Europa stessa che da più tempo bacchetta l'Italia sulla direzione degli investimenti: continuare ad iniettare risorse in una determinata zona del Paese, alimentandola artificiosamente e creando crescita pari allo zerovirgolauno percento, è economicamente sbagliato, oltre che iniquo nei confronti della restante parte del paese con potenzialità di crescita enormi, che produrrebbero percentuali almeno decuplicate!
Green, turismo, banda larga, trasporti, tutto fermo perché, ad esempio, devo investire miliardi di euro sul porto di Genova creandogli un fondale artificiale e un retroterra altrettanto artificiale, perché (sia il fondale che il retroterra) naturale di Gioia Tauro non va bene, poiché "il Sud non deve essere in grado di intraprendere" come diceva quel ladro di Bombrini, e che viene ripetuto come un mantra da Burlando, dalla De Micheli, e da tantissimi altri. Soltanto perché, non sia mai che si scopra che è il Mezzogiorno la "chiave di volta" per lo sviluppo dell'intero paese, un'intera classe politica verrebbe spazzata via!
I vari Bonaccini, Zaia, Fontana, Orlando, De Micheli, non avrebbero più ragione di esistere, poiché il partito unico del nord sarebbe definitivamente sconfitto.
*DIRETTIVO NAZIONALE M24A-ET

IL RECOVERY FUND COME SISTEMA DI CONTROLLO DEL POTERE BAVOSO DEL PUN.
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