di Francesca Privitera, Commissione Equità di genere M24AET
Nei palinsesti televisivi, occupano uno spazio sempre più ampio, soprattutto in certi canali , i cosiddetti talkshow , trasmissioni a basso costo ed elevato tasso polemico, che talvolta degenerano nella rissa verbale, con discussioni che spaziano dal costume alla politica, dalla salute alla cucina. La cerchia degli invitati , dotati di un bagaglio di opinioni pronte all'uso, da esporre con una vivace dialettica costruita su brevi e veloci frasi ad effetto, è più o meno la stessa .
Tra questi Annalisa Chirico, meridionale di Cisternino, che durante una trasmissione tv ha affermato che " un popolo debole economicamente, come quello del sud rischia di essere moralmente inferiore» , affermazione quanto mai discutibile soprattutto se a farla è la stessa persona che intervistata , lo scorso dicembre, dichiarava di essere "una che si da'..." pur di ottenere un'intervista a cui tiene molto. Ma forse non è discutibile, anzi mi sembra che in questo caso calzi alla perfezione. Discutibile è la generalizzazione, ma se il riferimento è personale, è coerente.
Ma tralasciando la facile e banale questione sulla moralità, le asserzioni infamanti sui meridionali provenienti proprio da meridionali, inducono a riflettere: quale sentimento si sviluppa e si radica, TALVOLTA, in coloro che dal sud sono emigrati?
-ripicca: verso una terra ingrata che non ha offerto nulla
- rivincita: nonostante le origini, mi sono affermata
- rifiuto: non appartengo più a questa terra
- rigetto: per attestare il distacco devo denigrare
Tra costoro possiamo individuare anche la categoria Chirico: il meridionale spregiudicato e determinato che da tempo si è scrollato di dosso le vischiosità nostalgiche delle proprie origini, che tuttavia si sente legittimato a sentenziare, giudicare , elaborare teorie, sui propri conterranei, che hanno però solo l'obiettivo di assecondare il proprio narcisismo garantendosi la soddisfazione di avere qualche riga dedicata sulla stampa o sui social.
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