NON SEMBRI CALABRESE…( EPPURE LO SONO)
Alzi la mano chi non se lo è sentito dire almeno una volta.
Di Massimo Mastruzzo*
Catanzaro 18 gennaio 2020, migliaia di corregionali del calabrese Gratteri, calabresi che non fanno notizia perché lontano dal comune pregiudizio riservato a chi vive a queste latitudini, e dallo stereotipo preconfezionato dalla stampa nazionale, si riunirono per abbracciare non solo simbolicamente, ma concretamente il Procuratore della Repubblica di Catanzaro che rappresenta la vera anima dei calabresi. Non so quanti siano a conoscenza che Gratteri è nato in uno dei borghi più belli d’Italia: Gerace dove esistono tracce di nuclei abitativi di epoca pre-greca, greca e romana.
Di Fondo Antiguo de la Biblioteca de la Universidad de Sevilla from Sevilla, España - "Gerace".
L'occasione fu la manifestazione, di cui Pino Aprile era uno dei promotori, nata in risposta alle critiche rivolte al magistrato Gratteri in ambienti politici e giudiziari per l’operazione “Rinascita Scott”. Cittadini, giovani e studenti con sete di giustizia e di Equità Territoriale che questa terra chiede a gran voce.
Il risalto mediatico dato a 'quei calabresi anomali' fu notevolmente inferiore rispetto agli eventi negativi che invece vengono proposti a loop per alimentare quel pregiudizio nazionale che voyeuristicamente vuole sapere solo come e quanto un calabrese sia brutto e cattivo.
Ecco che quando nella quotidianità si incontrano calabresi ‘normali’ che giustamente reclamano giustizia ed Equità Territoriale l’esclamazione “non sembri un calabrese” nasce spontanea.
Gratteri quel 18 gennaio 2020 tramite Pino Aprile mandò un messaggio a quella piazza: “La vostra presenza indica sete di giustizia, sentita e non gridata o sbandierata. È solidarietà testimoniata anche con la presenza fisica”. “Io l’accolgo – aggiunge Gratteri – e ringrazio perché so che questa presenza è rivolta non tanto a chi è più visibile nei mass media quanto alla nostra squadra che lavora, con competenza e sacrificio, in silenzio e lontano da fotocamere o cineprese, in modo quasi per nulla appariscente e solo con l’intento di fare il proprio dovere. Io, senza questa squadra, potrei fare ben poco. Ringrazio tutti, a nome della squadra, per la solidarietà testimoniata con la vostra presenza”
IL SUD È TERRA DI EROI
Il sud è terra di eroi e oggi più che mai sappiamo che questi eroi non solo devono lottare su più fronti, la mancanza di Equità Territoriale in primis, ma contemporaneamente devono difendersi dal ‘fuoco amico’ che incredibilmente sembra voler alimentare la disomogeneità con l’intento di mantenere quel dis-equilibrio di gattopardiana memoria .
L'ingiustificabile bocciatura a capo nazionale dell'antimafia di Nicola Gratteri, avvenuta in questi giorni, dimostra come il grande lavoro fatto in prima linea dal capo della procura di Catanzaro non sia stato sufficiente a convincere le istituzioni della necessità di non abbandonare questa terra.
Nino Di Matteo, che con l'altro pm antimafia Sebastiano Ardita, ha votato a favore di Gratteri ha fatto in Plenum uno degli interventi più duri: «Gratteri in questo momento è l’unico magistrato effettivamente in prima linea contro la criminalità organizzata, in particolare la ’ndrangheta, più pericolosa e temibile che esiste. Si tratta di uno dei magistrati più esposti al rischio. Sono state acquisite notizie circostanziate di possibili attentati nei suoi confronti poiché in ambienti mafiosi ne percepiscono l’azione come un ostacolo e un pericolo concreto. In questa situazione una scelta eventualmente diversa suonerebbe inevitabilmente come una bocciatura e non verrebbe compresa da quella parte di opinione pubblica ancora sensibile al tema della lotta alla mafia e agli occhi dei mafiosi risulterebbe come una pericolosa presa di distanza istituzionale da un magistrato così esposto. Dobbiamo avvertire la responsabilità di non cadere in questi errori che hanno pericolosamente marchiato il Csm e creato le condizioni di isolamento, terreno più fertile per omicidi e stragi», ha quindi sottolineato riferendosi chiaramente a Giovanni Falcone a cui venne preferito Antonino Meli per la Procura di Palermo.
Sebastiano Ardita ha poi rincarato la dose: «È come se la storia non ci avesse insegnato nulla, la tradizione del Csm è di essere organo abituato a deludere le aspirazioni professionali dei magistrati particolarmente esposti nel contrasto alla criminalità organizzata, finendo per contribuire indirettamente al loro isolamento. L’esclusione di Gratteri sarebbe non solo la bocciatura del suo impegno antimafia, ma un segnale devastante a tutto l’apparato istituzionale e al movimento culturale antimafia».
LA VERA ANIMA DEI CALABRESI CHE SI VUOLE FAR TACERE
Il paese natio di Gratteri non è facile da raggiungere perché in quella terra le disattenzioni dello Stato relative alle infrastrutture sono ormai oltre il limite dell’incostituzionalità e come altre realtà della Calabria rischia, a causa di queste decennali disattenzioni istituzionali, di scomparire. Gratteri lo ha già denunciato affermando:” la Calabria rischia di scomparire… se non c’è un progetto per tenere questa gente, la situazione è drammatica. Dovete ribellarvi, incontrarvi tra di voi e discutere. Ma non possiamo estinguerci, dobbiamo preservare la nostra cultura. Magari non attraverso la sagra della melanzana, o non soltanto quella. Perché stiamo scomparendo come calabresi, e al mondo diamo tanto da secoli attraverso l’emigrazione. Ma non dobbiamo vivere con rassegnazione, come se ci fosse un destino oscuro e segnato. Tutto sta a convincerci che è possibile cambiare, dobbiamo solo prendere posizione, essere seri, coerenti e costanti”.
*Direttivo nazionale M24A-ET
Movimento per l’Equità Territoriale
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