CAMBIERÀ QUALCOSA?
di Massimo Mastruzzo
Chiusa la parentesi delle elezioni regionali, Bonaccini spingerà per l'autonomia. Il governatore del Pd, infatti, è sempre stato un fautore dell'autonomia, in perfetta linea con i governatori leghisti di Veneto e Lombardia, Attilio Fontana e Luca Zaia.
M24A-ET ritiene che concedere l'autonomia richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna (seguiranno Piemonte e Liguria?), senza aver definito prima i LEP e, soprattutto, senza aver trovato i fondi pubblici necessari per garantirli in modo strutturale, corrisponde ad allargare la forbice della disomogeneità nazionale che già divide letteralmente l'Italia in due.
(Sarei curioso di sapere come si pongono le Sardine rispetto alla questione dell'autonomia differenziata. Quelle dell'Emilia Romagna e quelle della Calabria affrontano questa disomogeneità nazionale? )
Fermiamo questa follia e non abbocchiamo per l'ennesima volta:
Ci furono i liberali meridionali che credendo nei loro ideali e convinti della buona fede delle loro lotte, si batterono per l’Italia unita.
La Questione Meridionale nata al dì dell’avvenuta Unità si palesò come un grande tradimento.
Probabilmente però il vero problema della Questione Meridionale non fu tanto il primo tradimento subito dai liberali meridionali, quanto il perseverare delle successive generazioni nel credere in un modello di Unità rivelatosi fin da subito troppo sbilanciato a nord.
Ancora oggi, come in un continuo ripetersi degli eventi, "nuovi liberali" si lasciano (ri)illudere dalle promesse, di chi li ha già traditi e ha continuato a farlo, di un cambiamento mai arrivato.
Promesse che si protraggono di governo in governo e che nella loro puntuale smentita hanno portato progressivamente il sud Italia ad avere le Regioni più povere di tutta la UE.
In quale recondito angolo di fede politica si possa ancora trovare un barlume di fiducia in queste ulteriori promesse rimane un mistero e chi oggi lo sottolinea viene con supponenza additato di revanscismo.
Il sud non ha mai avuto nulla di quanto promesso, punto.
Dopo ogni tornata elettorale il porto di Gioia Tauro ha continuato a non avere le infrastrutture di terra che ne permetterebbero un normale sviluppo;
Matera continua ad essere un capoluogo di provincia senza autostrada e senza ferrovia;
I docenti meridionali continuano a svolgere anni e anni di precariato al nord, facendo su e giù per la penisola a bordo di pullman;
Il Mezzogiorno rimane incollato a quel fondo di ingiustizia sociale che lo pone agli ultimi posti in UE.
2 Comments
Sante Barbuto
È arrivato il momento di essere più aggressivi contro la propaganda/rapina del PUN. Il nostro grido deve essere più forte.
Si iscriva al nostro Movimento, insieme possiamo farcela. Cordiali saluti!