di Assunta Pavone*
I sindaci della rete Recovery Sud sono ormai più di 500 e continuano ad aumentare. È stato ribadito in tutte le possibili salse che il sud non ci sta più e che non si accontenterà nuovamente delle briciole. L’Europa l’ha scritto chiaramente (nelle raccomandazioni all’Italia in riferimento alle priorità del Next Generation EU) che si sarebbe dovuto intervenire per eliminare il gap territoriale e sociale. I sindaci hanno occupato simbolicamente i loro municipi per rendere ancora più chiaro il messaggio e questa mattina si sono ritrovati in piazza a Napoli dove il sindaco De Magistris ha lui stesso chiaramente detto che il Sud non può più essere lasciato ai margini e che non si arrenderà davanti alla miope ostinazione del governo a trattarlo come territorio di serie B. E cosa fa la Carfagna? Scrive un post in cui ricorda ai sindaci che sono stati stanziati 82 miliardi da spendere in 5 anni.
Cara ministra Carfagna, non molto tempo fa avevo scritto che speravo che anche Lei potesse avere un moto d’orgoglio e, ricordandosi di essere meridionale, prendesse la faccenda seriamente. Ha messo in scena tutto un teatrino a cui ha fatto partecipare presidenti di regione, sindaci, parti sociali, il tutto per fare il punto su quelle che sono le necessità delle regioni meridionali e, a starla a sentire, pareva quasi che il sud avesse trovato in Lei la paladina dei suoi diritti. Fino all’annuncio che al sud sarebbe andato il 40% e che questa era una grande vittoria. L’ha sbadierata ai quattro venti, vendendola come la più grande vittoria di tutti i tempi, salvo fare retromarcia e dire - quando Le è stato fatto notare che al sud spettava il 70% - che purtroppo non aveva potuto fare di più a causa della programmazione del governo precedente.
Ora, a parte il fatto che, se l’attuale governo non può fare nulla di diverso dal precedente, mi si spieghi per quale motivo dovevamo averne uno nuovo, vorrei che la Ministra spiegasse anche a tutti i meridionali con quale coraggio si permette di dire ai sindaci che devono smettere le lamentazioni (di nuovo questa insulsa e, ormai, snervante parola).
I sindaci, cara Ministra, svolgono un ruolo molto più importante e pregnante del Suo perché sono quelli che sul campo devono risolvere, giorno dopo giorno, i problemi della gente e trovo stucchevole liquidare le loro proteste come lamentazioni, quasi a voler ribadire l’ormai consumato e inutile cliché di sapore razzista per cui i meridionali sono lagnosi, fannulloni e incapaci.
Oltretutto, questo appellativo, pronunciato da una meridionale, nei confronti dei suoi conterranei mi porta a provare pena per chi lo usa. Provo pena perché penso che una meridionale che usa contro i suoi conterranei quegli stessi concetti stereotipati che hanno portato a dividere artificialmente l’Italia in una parte ‘’virtuosa’’ e una ‘’lagnosa’’, probabilmente ritiene davvero che essere meridionale sia qualcosa di cui vergognarsi perché, si sa, è sempre colpa del Sud.
Bene, sappia allora la cara ministra che il Sud l’ha capito da un pezzo che non è colpa sua se le cose non girano; il Sud si sta liberando dal sentimento di minorità che gli era stato inculcato e vede chiaramente quali sono i suoi nemici e tra questi ci sono tutti quei meridionali che hanno venduto la propria terra per non mettersi contro i padroni.
I fondi strutturali (sempre quelli) vengono di nuovo paventati come investimenti aggiuntivi. Bene, aggiungeteli alla cifra del Recovery Fund che spetta al Sud e così saremo tutti più contenti. Basta con le prese in giro! Abbiamo letto tutti quei documenti che forse Lei non ha ancora sufficientemente (o per niente) approfondito. E il paragone con la Cassa del Mezzogiorno non lo vogliamo neanche sentire. Perché, altrimenti, dovremmo ricordare il piano Marshall di cui non abbiamo visto che le briciole e il furto certificato della spesa storica ecc…
Il Sud vuole investimenti seri per diventare protagonista dell’economia , padrone di se stesso e correre come è stato concesso di correre al Nord. In fondo, conviene anche al Nord e il Sud lo sa. Date al Sud ciò che è del Sud e smettiamola di offendere l’intelligenza dei meridionali.
Le accuse di polemiche di retroguardia le rimandiamo al mittente e Le ricordiamo che questo è un momento storico. Tocca a Lei decidere se vuole passare alla storia come la Ministra meridionale che, come già altri prima di lei, ha contribuito all’ennesimo furto a spese della sua terra.
*direttivo nazionale M24A-ET
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