di Pino Aprile*
La, purtroppo per il Sud e l'Italia, ministra al Mezzogiorno Mara Carfagna, per difendere l'indifendibile, cioè una rapina ai danni del Mezzogiorno e se stessa, fa una lezioncina alle centinaia di sindaci meridionali che chiedono la corretta ripartizione delle risorse del Recovery Fund. Se è qualcosa che lei fa suo, ma preparata dai controllori di fatto che le hanno messo intorno (i ministri cambiano, certe strutture restano; e alcuni “consulenti ricolfiani” paiono essere più vigilanti lì conto terzi), male; ma peggio, se è farina del suo sacco (ne dubito, non perché la dottoressa Carfagna non abbia una buona preparazione di base: è ben laureata, ha frequentato corsi di Conservatorio; ma non ci si dà una spruzzatina di meridionalismo come di Chanel n. 5; per 15 anni è stata in Parlamento, pure al governo, alleata della Lega, e la sua voce non si è sentita, mentre il Sud veniva saccheggiato, umiliato e i meridionali chiamati “porci”, “topi”, “parassiti”).
Ridotto all'osso, quello che ha detto la ministra è: al Sud arriveranno 82 miliardi in cinque anni, più soldi di quanti ne abbia portati la Cassa per il Mezzogiorno; invece di lamentarsi, i sindaci si dimostrino capaci di utilizzare tali risorse. Un discorso che aggiunge il falso al pregiudizio, perché:
- La questione non è se la cifra indicata sia alta o bassa, ma se è quella che spetta al Mezzogiorno, in base ai criteri indicati dall'Unione Europea o no; se è più alta di quanto debba essere, allora lo si spieghi, dicendo che i fondi stanziati dall'Europa sarebbero inferiori, ma per colmare il divario, l'Italia per la prima volta usa fondi nazionali in aggiunta a quelli europei (come dovrebbe essere da sempre e non è mai stato); se, invece, la cifra è inferiore a quella che deriverebbe dall'applicazione dei criteri europei, allora buttare fumo negli occhi dicendo che “è tanta roba” non serve a celare la sostanza della cosa: stanno sottraendo al Sud.parte del suo.
- Se i Comuni del Mezzogiorno sono poco strutturati per poter gestire quelle quantità di soldi e produrre progetti per usarli, la soluzione non è dire: e quindi, ve ne diamo meno di quanti ve ne spetterebbero, ma intervenire con urgenza per mettere i Comuni insufficienti nelle condizioni di fare quanto necessario. Oltretutto, se i Comuni del Mezzogiorno non hanno potuto dotarsi di adeguati uffici di spesa e progettazione, è anche perché, con i trucchetti della “spesa storica” e facendo carte false, la Commissione Federalismo allora guidata dall'attuale ministro (poveri noi) allo Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, sottrasse loro il 54 per cento dei soldi che dovevano ricevere. L'assurdo è che invece di scusarsi e rimediare, il governo (persino la ministra che dovrebbe impedirlo, perché, sulla carta, ha il compito di tutelare il Sud) usa il danno inferto ai Comuni meridionali e li ha resi inadatti a gestire somme e progetti molto grandi, per dar loro un'altra mazzata: non siete in grado, più di tanto è inutile farvi avere. Un sistema infame, vecchio, ma diabolicamente efficace: non possiamo valorizzare i porti del Sud, perché la rete ferroviaria è scarsa e inadatta (allora ampliatela e fatela idonea, no? No: quindi favoriamo quelli del Nord); non possiamo fare l'alta velocità al Sud, perché la rete è vecchia, ottocentesca (allora fatela nuova e moderna, no? No: l'alta velocità solo al Nord); non facciamo il treno per Matera, perché il traffico non è remunerativo (fate il treno per Matera e poi vediamo se il traffico sarà buono o no. Nemmeno quello fra Milano e Torino giustificava le linee di alta velocità che hanno fatto, a costi da record mondiale e per 400 convogli al giorno, mentre ne passano un decimo, ma questo non ha impedito che si facesse l'inutile opera). Insomma, ci siamo capiti.
- E poi l'aggiunta strisciante sugli amministratori del Sud che sanno più lamentarsi che far il loro
compito... Certo, ne abbiamo anche di incapaci e di ladri (mica solo al Nord!), ma resta il fatto che è molto più facile nascondere errori, incapacità e furti, se in cassa arriva sino al 300 per cento del fabbisogno comunale (al Nord) e non il 50 (a Sud), come spiegato nel rapporto al Parlamento dell'ex ministro Giarda, di certo non sospetto di simpatie meridionaliste. E comunque, se il cuoco dà troppo di sale, controlli che non esageri o lo cambi, non chiudi la cucina e lasci tutti a digiuno. Si potrebbe, forse, appena liberi dalle patrie galere e obblighi di firma o altre restrizioni, o di far danni a casa loro, farci prestare i bravi amministratori del Nord: Formigoni, Galan, Cota, Fontana...
Se delle regole, indicazioni, criteri ci sono, vanno applicati e basta. E non adattati, al ribasso si capisce, all'idea che si ha dei meridionali, per i quali “il giusto è troppo”.
*Presidente M24A-ET
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