di Raffaele Vescera*
A distanza di quattro giorni dall’apparizione dell’ignobile scritta “Prima il Nord”, stampata bene in vista sul sito del ministro del turismo Garavaglia, leghista, nessuna forza politica del governo, e né tantomeno dell’unica “opposizione” Fratelli d’Italia, ha chiesto le dimissioni del ministro. Dopotutto il Partito Unico del Nord è trasversale a tutti i partiti, del governo o meno che siano.
Se non ci fosse qualche timida interrogazione parlamentare e qualche report dei giornali che definiscono “inopportuna” o “Imbarazzante” tale scritta, senza avere il coraggio di bollarla per qual è: RAZZISTA, le forze meridionaliste e alcune associazioni, imprenditori e intellettuali del Sud, che chiedono la rimozione del ministro, sarebbero i soli a denunciare tale ignominia. Avere un ministro che si permette apertamente di dichiarare la sua intenzione di fare gli interessi di una sola parte del Paese, quella già più forte e ricca in quanto adusa ad escludere il Sud dagli interventi pubblici da sempre, la dice lunga sullo stato di degenerazione antimeridionale e razzista di questa Italia.
Possiamo forse dimenticare che i già ministri dell’agricoltura Zaia e Centinaio, leghisti, hanno rovinato l’agricoltura del mezzogiorno sua principale risorsa insieme al turismo? Possiamo dimenticare che i due campioni della Lega (Nord) con l’assenso di tutti i partiti, negli accordi con Cina e Canada per la protezione dei prodotti Dop e Igp, hanno escluso totalmente i prodotti meridionali? E possiamo forse dimenticare la richiesta dell’autonomia regionale differenziata, rovinosa per il Sud? Fino all’ultimo tentativo leghista di questi giorni: fottere un miliardo di Euro al Sud per prestazioni sanitarie ai meridionali che sarebbero andati a curarsi al Nord nel 2020, con la differenza che nel 2020, per via del lockdown non c’è stata alcuna migrazione sanitaria, ma le regioni del Nord hanno falsato i dati prendendo quelli del 2019, tra l’altro già pagati dalle regioni meridionali.
Che fine farà con questo ministro il turismo nelle regioni meridionali, dichiarate a livello internazionale le più belle del mondo, già penalizzate poiché prive di collegamenti quali strade, autostrade, aeroporti?
In un Paese civile, un ministro che si permette di fare tali affermazioni, sarebbe stato immediatamente rimosso. In Italia invece niente, non interviene il Presidente della Repubblica, non interviene il capo del governo, nulla dai capi dei partiti e dagli “opinionisti” di regime. Tutto tace.
Perché in Italia può accadere questo? Questo è un Paese fondato al suo nascere sulla riduzione coloniale del Mezzogiorno da parte del Nord, accompagnata da un sistema diffamatorio mediatico tale da giustificare la minorità del Sud rispetto al Nord. Diffamazione che convince ad accettare supinamente tale macroscopica ingiustizia gli stessi politici meridionali, per “autorazzismo” o per benefici personali concessi loro dal sistema nazionale.
Il nostro Movimento per l’Equità Territoriale dice ad alta voce BASTA, VIA IL MINISTRO GARAVAGLIA DAL GOVERNO E DAL PARLAMENTO.
*direttivo nazionale M24A-ET
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