LA SANITA’ ITALIANA Al TEMPO DEL CORONAVIRUS.

LA SANITA’ ITALIANA Al TEMPO DEL CORONAVIRUS.

LA SANITA’ ITALIANA Al TEMPO DEL CORONAVIRUS.

*di Pasquale Biscari

Durante la primavera di questo 2020, una epidemia virale causata dal Covid 19, ha messo a nudo tutte le incertezze e le deficienze strutturali della Sanità italiana. Un fenomeno rivoluzionario che ha evidenziato la negligenza dei Governi Nazionali e Regionali nei confronti della Sanità Pubblica che da sempre ha garantito la certezza delle cure nel nostro Paese.

Il tutto si è verificato per una scelta politica sciagurata: quella di aver voluto privilegiare una Sanità Privata industrializzata, votata al guadagno e non al servizio.

I Piani Sanitari Regionali, specie quelli delle regioni del Nord, hanno ceduto; si sono rivelati inadeguati e desueti di fronte al Covid19. Il Virus della pandemia in corso ha portato alla ribalta il fallimento della Sanità delle regioni del Nord, specie in Lombardia che da sempre si vantano di essere le locomotive del Paese.

I governi nazionali e regionali succeduti in questo ultimo ventennio hanno foraggiato una Sanità di élite. Non i Pronto Soccorso attrezzati per le cure intensive, non i Reparti di Terapia Intensiva Specialistica e di Rianimazione, non un territorio servito da medici e operatori sanitari addestrati all’emergenza. Hanno messo su una Sanità Privata che sceglie i suoi pazienti e i suoi reparti “facili, comodi e lucrosi” come le ciliegie più belle in un cesto di frutta. I medici e gli operatori sanitari del pubblico hanno pagato con la vita il loro spirito di sacrificio e di abnegazione accanto ai letti dei malati.

I cittadini che hanno perso i loro cari e, la Nazione intera, che ha visto sfilare le lunghe fila di carri militari con le bare delle persone decedute non meritano tutto questo.

Mentre il Sud, in definitiva, ha retto bene l’onda del Covid 19, nonostante le ondate migratorie arrivate dal Nord, le Regioni del Nord si sono fatte trovare impreparate. Di fronte alla pandemia hanno ceduto per aver fatto della Sanità Pubblica la serva di una Sanità Privata intestata agli interessi del Blocco padano.

Le regioni del Nord pur contrapposte nella dialettica politica, si sono trovate sempre e comunque sulla stessa linea nella spoliazione della Sanità Pubblica.

I 37 miliardi di euro sottratti alla Sanità Pubblica a favore di quella Privata e i 13 miliardi che si consumano in frodi, sprechi e ruberie, spiegano bene come si è arrivati a distruggere il Sistema Sanitario Nazionale un tempo orgoglio italiano. Era il 1978 quando fu istituito il SSN con la legge del 23 dicembre n°833. Si aboliva il vecchio Sistema Mutualistico e nasceva il Sistema Sanitario più moderno ed efficace d’Europa.

Era una buona legge basata sulla Equità dei diritti costituzionali dei cittadini alle cure. Ma poi, nel tempo (anni novanta con le AUSL) ha perso il suo vigore fino ad arrivare ai tempi attuali, trasformata e vuotata di consistenza.

Ora, con la pandemia in corso qualcosa si è fatto; ma gli argini non si costruiscono quando diluvia e il fiume straripa. In attesa di una annunciata ripresa degli indici della virulenza del fenomeno, e di una prossima emergenza autunnale occorre correggere a fondo gli errori e riparare alle negligenze con dei Piani Sanitari Regionali capaci di garantire il diritto alle cure e alla salute per tutti nel modo migliore possibile.

La paura di una Sanità Privata ipertrofizzata che continua a minare la coesione sociale tra il ricco e il povero e quella tra le regioni del Nord e del Sud è responsabile del mancato “Welfare State”, il più alto contributo della civiltà europea al mondo, come affermato dal nobel Amartya Sen.

*Anestesista Rianimatore (Commissione sanità M24A ET -Emilia Romagna)

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