di Donata dei Nobili
La scuola è un luogo di contagio. È necessario sospendere le lezioni in presenza. Evitare la didattica nelle aule è utile e necessario, per ridurre le interazioni sociali e la trasmissione del virus.
“Siamo in un momento molto difficile - a dirlo è Antonella Viola, immunologa e professoressa di Patologia generale all’Università di Padova - , perché il virus è cambiato ed è più trasmissibile, con le varianti, così diffuse su gran parte del territorio, dobbiamo stare più attenti. Un aumento dei contagi è inevitabile”. Darle ascolto, sarebbe l'ultimo sforzo, per non camminare sulle macerie della Scuola.
Ma ecco rispuntare l’ordinanza pugliese della doppia verità.
Le scuole della Puglia, invece, garantiscono la frequenza in presenza di figli e figlie di personale sanitario o altre professioni le cui prestazioni sono indispensabili a garantire servizi essenziali. Non solo. La regione Puglia permette, inoltre, la possibilità della scuola in presenza per attività laboratoriali o per rispondere alle esigenze di alunni e alunne con bisogni educativi speciali.
A dirlo, è Michele Emiliano, il Presidente della Regione Puglia, che, con la sua doppia verità, ribadisce la chiusura delle scuole (sic!) da venerdì 12 marzo e sino al 6 aprile, inclusi i servizi educativi dell’infanzia, mentre gli altri gradi di scuola lavoreranno in DaD.
È una delle verità. L'altra è che le scuole sono formalmente chiuse, ma di fatto aperte. A quanto pare, la Scuola svolge l’altra funzione contenitiva, “trattenere” gli alunni “incorreggibili”. In questo compito, il docente assume la mansione di custode.
E basta!!! Anche in momento storico pandemico, l'urgenza della legge non giustifica la sua contraddizione.
La decretazione d'urgenza, intanto, non permette la trasmissione dei saperi e sminuisce la professionalità dei docenti.
Tutti i docenti si informano, si documentano e si formano sulle diverse metodologie didattiche, ma, a volte, sembra che a loro sfuggano i particolari professionali di ogni giorno.
L'ordinanza Regionale, n. 74 della regione Puglia, é l'ennesima presa in giro. Ancora una volta, in piena pandemia, i docenti "sono carne da cannone", per dirla con il presidente Emiliano, che poi lo nega con i suoi decreti. In realtà, i docenti sono in trincea e rischiano di cadere.
A loro, è stata inoculata solo la prima dose del vaccino. Dunque, c'è pericolo di infettarsi.
Nel contempo, i genitori e gli alunni, stanchi di seguire i figli a casa, vogliono mandarli a scuola.
Con l'ordinanza attuale, possono farlo. L'importante è comunicare che non si ha connessione, che il ragazzo ha problemi psicologici, che i genitori lavorano entrambi.
Bene, ma chi accerta le singole condizioni dei ragazzi? Sono certificati e dimostrabili i loro problemi socio-familiari? E poi, la Scuola ha già fornito libri, in comodato d'uso, e tablet. Cos'altro chiedono le famiglie? La soluzione dei problemi economici del nucleo familiare?
Beh, non è la Scuola a doversene far carico, ma il Comune, che dispone delle giuste risorse economiche previste dal Piano Sociale di Zona. Mentre la gestione della popolazione scolastica diventa politica e sociale, è dimostrato che in piena pandemia i docenti fungano da baby sitter e la scuola da servizio sociale.
Questo modo di decretare non è la "migliore delle prassi legislative possibili" e non aiuta a formare il cittadino.
La decretazione d'urgenza permette di banalizzare la professionalità dei docenti, schiacciati da un carico di lavoro e di responsabilità non riconosciuti né con tutele giuridiche né con incentivi economici.
Nella comunità scolastica, è in atto, intanto, un’ indicibile contraddizione, uno stop and go, che porta alla follia istituzionale.
La libertà del genitore si scontra con quella del docente-custode.
Questa non è buona scuola.
La buona scuola è quella che sa tutelare le buone pratiche educative, conciliandole con la tutela sanitaria del personale scolastico e della comunità cittadina.
Il resto è "psicologia nera" .
In questo "arrangiarsi", i docenti si ammalano, alcuni muoiono.
E accade quando in Puglia gli ospedali sono in affanno e la sanità territoriale è da inventare.
“Tu non sai quanto è ingiusto questo Paese”, direbbe il giornalista e scrittore Pino Aprile. Tanti sono i danni causati a docenti, alunni, allievi e studenti per aver trasformato la scuola in una struttura contenitiva.
La Scuola ha l'urgenza di essere guarita dal contagio dell'improvvisazione, fornendo ai suoi docenti la giusta autorevolezza, banalizzata dalle furbate politiche e giuridiche.
E se il lavoro della comunità scolastica è screditato, "quante volte un uomo deve girare la testa dall'altra parte, fingendo di non vedere?".
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