LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE

di Massimo Mastruzzo

Presidente, vorrei ringraziarla ma non posso. Ho visto i dati Eurispes, ho letto degli 840 miliardi sottratti alle Regioni del sud, ultime non solo in Italia ma in tutta la UE.

Poi l’ho sentita parlare di sud, di cifre, di investimenti, e con lei, come d'incanto, anche altre forze politiche si sono riempite la bocca quel punto cardinale che, Presidente, esisteva anche prima, e anche prima arredava futilmente le corde vocali dei vari leader politici:

Prodi, 2007:"Piano straordinario per il Sud...";

Berlusconi, 2010:"Piano straordinario per il Sud...";

Renzi, 2015:"Piano straordinario per il Sud...";

Guardi io amo la politica e sono convinto che in quasi tutte le forze politiche ci siano persone in buona fede (dai quasi escludo sicuramente la Lega ), ma quel punto cardinale che periodicamente sembra tornare verbalmente di moda è lì da 159 anni. Ed è una Questione vecchia, talmente vecchia, da non poter più credere alle parole, nemmeno a quelle delle persone in buona fede, perché allo stato dei fatti sono state puntualmente smentite:

Il sud è sempre stato oggetto e mai soggetto delle politiche nazionali, altra spiegazione non la trovo rispetto allo status quo e a quanto invece previsto dalle politiche di coesione economica, sociale e territoriale che avrebbero dovuto ridurre le disparità, oltre che promuovere in generale uno sviluppo territoriale più equilibrato e sostenibile.

Viceversa osserviamo un modello di sviluppo nazionale che oggi vede la Lombardia con 10 milioni di abitanti e con Milano che entro 2030 rischia di essere tra le città più inquinate d'Europa e al contempo la Calabria a rischio desertificazione umana e industriale.

L’ Italia sembra ormai il plastico di quel accentramento di ricchezza che è la deformazione del capitalismo mondiale,

I leader mondiali discuteranno di questo, ma intanto in Italia non è più concepibile che all'interno dei suoi confini persistono realtà di disomogeneità territoriali uniche nella UE.

Questi numeri dell'Eurispes fatti passare, nell'indifferenza dell’opinione pubblica,

come sfumature ininfluenti, rappresentano in realtà il vergognoso apostrofo grigio tra il nord e il sud di questa nazione. Gli zero asili nido al sud, il mancato tempo pieno nelle scuole del sud, il diritto alla mobilità negato da infrastrutture e trasporti non adeguati agli standard nazionale ed europei, l’ininterrotta emigrazione, i lep, questa benedetta autonomia che rappresenta il capriccio delle regioni più ricche, seppur si voglia far passare l’idea di un'opportunità per il sud, dovrebbero rappresentare il nucleo centrale del dibattito politico con l'obiettivo del bene comune nazionale ed invece rimangono sotto il tappeto dell'ipocrisia che ancora oggi si chiama Questione Meridionale.

Presidente, mi permetta, da uomo a uomo del sud, di darle un attimo del tu per poter esprimere meglio un concetto: Giuseppe tu in quanto pugliese, ed io in quanto calabrese, saremmo la causa dei nostri mali? Questo è quello che il pregiudizio nazionale dice dal 1861. È così ? È colpa nostra ? Siamo antropologicamente inferiori ? Se la risposta è sì, proverò a farmene una ragione. Se non è così, ed proprio osservando persone come lei ne sono convinto, deve darmi una risposta è soprattutto un reale programma di redistribuzione di Equità Territoriale

 

Movimento 24 Agosto

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