di Michele Eugenio Di Carlo
Qualche giorno fa Raffaele Vescera scriveva:"Chi ha paura di Gratteri?"; mentre Pasquale Parisi insieme a tanti altri, - lo stesso Gratteri -, mettevano in evidenza che i giornali e le tv avevano dato poca rilevanza alla maxi operazione in Calabria. Qualcuno replicava che non solo i giornali del nord avevano quasi taciuto relegando la notizia in pagine remote con piccoli trafiletti, ancora ignaro che il Sistema Italia detiene il monopolio dell'informazione.
E' così difficile ipotizzare che Gratteri stia toccando gangli che dalla 'drangheta si estendono voraci ad un sistema malato che comprende politica, affari, finanza, in un unicum di corruzione e malaffare?

Questo sistema malato ed iniquo, che gestisce l'informazione fomentando odio e paure contro i poveri invece di alzare la voce contro i potenti del mondo che distruggono l'ambiente e sfruttano il terzo mondo ingrossando sempre più le correnti migratorie, sta portando il nostro Sud alla desertificazione.
E' un sistema ben consolidato che ha ingrossato le proprie file con i soldi pubblici, spesso quelli tolti al Sud.
Ed è così che nonostante gli scandali dell' Expo, del Mose, dei raddoppi autostradali, delle pedemontane, gli arresti dei vertici regionali di Lombardia e Veneto, hanno ancora osato proporre il Tav Torino e Lione e le Olimpiadi Milano-Cortina, improvvisamente diventate a carico dello Stato.

Ma colpisce che nonostante 30 anni di politiche governative a trazione leghista che hanno fortemente penalizzato lo sviluppo del Sud, deteriorandone la rete dei trasporti e delle comunicazioni e quindi le attività dell'agricoltura, del commercio, del turismo e della cultura, inibendo persino i rapporti interni alle aree del Sud, si continui a proporre un federalismo fiscale a spese di un Mezzogiorno che ha visto emigrare dai propri territori centinaia di migliaia di giovani dal proprio territorio.
Aver ridotto il Mezzogiorno, territorio al centro del Mediterraneo e per questo una volta ricco e vitale, nell'area europea più disagiata economicamente e socialmente è stata un'impresa che ha comportato una volontà ferrea attraverso una politica miope e razzista; un'impresa di cui oggi il Sud, attraverso il M24A per l'equità territoriale, chiede il conto.
Pino Aprile ha scritto che l' Italia è finita e che i vinti hanno un potere. Ecco, forse ci potrà salvare proprio la consapevolezza da vinti di essere giunti al punto più basso della malaunità.
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