L'ORIGINE DEL LOCKDOWN: “LA CAMPANIA DEVE DIVENTARE ZONA ROSSA”

L'ORIGINE DEL LOCKDOWN: “LA CAMPANIA DEVE DIVENTARE ZONA ROSSA”

L’ORIGINE DEL LOCKDOWN: “LA CAMPANIA DEVE DIVENTARE ZONA ROSSA”

di Mauro Sasso del Verme*
Il giorno 6 novembre, su Rai 3, nel corso del programma “Titolo V”, è andata “in scena” l’intervista al governatore del Piemonte Alberto Cirio. Dalle inquietanti dichiarazioni di Cirio probabilmente trae origine l'assalto mediatico che ha portato nel giro di una settimana la Campania a diventare zona rossa.
Ascoltando con attenzione, se pur immeritata, le sue parole, si comprende che il governatore sabaudo era angosciato non tanto per l’emergenza sanitaria che il Piemonte, dichiarato zona rossa dal governo, si trovava a dover faticosamente affrontare, quanto perché la regione Campania rientrava ancora tra le zone gialle. Le sue affermazioni si possono ascoltare visionando il video sotto postato.

Possiamo solo immaginare la rabbia e l’odio che la solita gentaglia antinapoletana e antimeridionale, ha potuto provare, odio al quale purtroppo hanno dato ampio spazio giornali, programmi radio e tv nazionali, trasformandosi nei soliti pregiudizi triti e ritriti, privi di qualunque reale fondamento.
Il potere dei media ancora una volta è stato sorprendente, plasmando l’opinione pubblica su quella che è diventata all’improvviso “la questione campana”, e finendo per condizionare l’attuale classe politica, priva di spina dorsale, giacché la Campania era zona gialla non per sua scelta, ma sulla base di precisi parametri ministeriali.

La reazione non si è fatta attendere, la macchina del fango e dell'allarmismo è entrata in funzione schierando postazioni di TG nazionali, pubblici e privati, con i loro tre piedi, fuori agli ingressi dei Pronto Soccorso degli ospedali napoletani Cardarelli e Cotugno, a raccogliere le prove dell’emergenza sanitaria, e sguinzagliando, come cani sciolti dotati di microfono e telecamera, i loro pseudogiornalisti in giro per la città, a caccia di assembramenti. E ovviamente gli assembramenti li hanno trovati, come in tante altre città, come avvenuto sabato nel centro di Bologna, a Firenze con le file fuori i negozi e a Roma in Via del Corso.
Una volta compiuta la loro missione, confezionato il servizio su misura per aggredire con la consueta violenza Napoli ed evidenziare la presunta “strafottenza” dei napoletani, gli stessi che nel primo lockdown avevano trasformato la città in un deserto arrivando a luglio a zero contagi, i cani sciolti sono rientrati e le postazioni TV hanno perso interesse verso la sanità campana.
Il ministero della Sanità si è sentito in “dovere” di mettere in dubbio i dati che la ragione Campania aveva fornito e i famosi 21 parametri che attribuiscono il colore alle regioni, mentre il Premier Conte si è adeguato dichiarando “bisogna dare un segnale su Napoli”. Ed ecco che in base ad uno “specifico studio medico” i tecnici inviati da Roma reinterpretano i dati al rialzo per mandare in rosso Napoli e la Campania. Lo studio non poteva certo disattendere le aspettative nate dall'onda emotiva creata ad arte dai media e dalla rabbia nordica, e così la Campania, regione con il più basso tasso di mortalità Covid in Italia, oggi è zona rossa.

Solo il razzismo e l’odio atavico verso Napoli possono giustificare il trattamento differenziato riservato alla Campania rispetto alle altre regioni italiane, giacché i dati sono gli stessi, ma il loro significato è cambiato, al punto tale da spingere qualche malpensante a sospettare una loro manipolazione. In effetti c’è da dire che parametri sono complessi e i dati si prestano a “larghe” interpretazioni, ma noi restiamo fiduciosi e vogliamo credere che i tecnici siano stati intellettualmente onesti e super partes.
La Campania, a differenza di quanto accade in alcune regioni, nonostante le difficoltà, ha accettato la decisione con grande senso di responsabilità; per noi la salute è un bene prezioso e va protetta con ogni mezzo, ma è essenziale anche provvedere alle necessità delle categorie di lavoratori più colpite dalla chiusura, perché nessuno in questo momento così drammatico si senta solo e privo di tutela.
Con Napoli e la Campania zona rossa chissà se Cirio ha recuperato il sonno e la ragione, di certo la nostra amata terra ha recuperato un po’ di tranquillità e sicuramente un’aria un po’ più pulita, da quando i cavalletti delle testate giornalistiche nazionali sono scomparsi dagli ingressi dei Pronto Soccorso napoletani e la campagna mediatica del fango si è fermata come d’incanto.

*Referente M24A Equità Territoriale – Campania Circolo Napoli Partenope

Antonio Picariello

Antonio Picariello

Related Articles

Leave a Reply

Close
Close

Please enter your username or email address. You will receive a link to create a new password via email.

Close

Close