Di Enzo Lionetti
La crisi sanitaria ha messo a nudo, impietosamente, la falsità di una politica a parole unitaria, ma che ha distrutto un territorio enormemente dotato, a vantaggio di una sola parte dell'Italia. Concentrare tutti gli sforzi in una sola direzione, per costruire a tavolino una potenza economica, il Nord, per pensare di poter competere con Stati maggiormente strutturati, replicando in piccolo le relazioni e le intersezioni sociali ed economiche, ha portato ad un'esplosione di contraddizioni di enorme dimensione, che una crisi improvvisa ha svelato in tutta la sua ampiezza.
Lo stop inatteso ha evidenziato una difficile coesistenza di due aree completamente diverse, non solo dal punto di vista economico, con due PIL diversissimi, due strutture socio-economiche profondamente diverse, ma anche dal punto di vista socio-culturale, con esigenze e aspirazioni agli antipodi. Queste contraddizioni non possono più esistere, non devono avere più cittadinanza in uno Stato che ha la necessità di riscoprire un ruolo in uno scacchiere internazionale sempre più complesso.
Vi è l'esigenza di fermare una barbarie ed un'inettitudine politica, miope ed ingenua. Il Sud ha la capacità di porre le basi per spiccare il volo, per rifondare la struttura socio-economica territoriale, per creare un ambiente idoneo allo sviluppo del tessuto imprenditoriale.
C'è moltissima materia su cui poter lavorare, fatta di donne e uomini con competenze e spirito di sacrificio, con capacità di adattamento e di individuare nuovi percorsi d'azione, in quanto forgiati da difficoltà enormi e da uno Stato che frappone le esigenze di strappare risorse fresche, monetarie ed umane, per approvvigionare una sola area territoriale.
Lo Stato italiano deve invertire la rotta, non può proseguire in una strategia succube di reclami ed imposizioni di gruppi politici ed imprenditoriali pronti a individuare modalità anche fantasiose pur di rifondere e foraggiare economicamente il territorio settentrionale.
Questa politica quarantennale ha portato ad un'esasperazione di egoismi, a fanatismi, allo stravolgimento di una realtà multiforme e straordinaria, incasellata dalla Storia in uno stivale per determinarne un'esplosione di eccellenze, di meraviglie, di spettacolo che tutto il mondo ci invidia.
In questo preciso momento storico, uscire rafforzati da questa grande crisi è una strategia di rafforzamento dell'economia e della società civile meridionale.
Lottare contro le Mafie, lottare contro l'emarginazione sociale ed economica, lottare contro l'isolamento infrastrutturale è una priorità assoluta per liberare il territorio meridionale di tutta l'energia positiva e straordinaria di cui è dotato. Ora è possibile. Una fermata inaspettata che può essere utilizzata per affermare la potenza e la supremazia dello Stato.
Lo Stato ci sta imponendo di stare a casa. Bene, è necessario, tutti stanno rispondendo con grande senso di responsabilità. Lo Stato con egual forza, impegno, dedizione, spiegamento di mezzi e risorse umane, può e deve agire per il riequilibrio di una strutturazione sociale ed economica nel Meridione.
Non è un riequilibrio votato agli interessi ancora una volta del settentrione, bloccato da una pandemia che è stato incapace di bloccare, rendendo il Sud fornitore di materie in grado di supportare le finanze statali per sostenere economicamente un Nord in grande difficoltà. È un riequilibrio necessario in quanto ad un mese di stop, la scoperta di un'Italia che è costretta a pretendere un buono spesa dal Comune per poter sfamare la propria famiglia, che è costretta ad elemosinare un prestito ad un sistema bancario settentrionale incurante del tessuto imprenditoriale ed economico locale, pur di pagare l'assegno o l'affitto in scadenza, denotano l'incuria ed un'incapacità di sistema a reagire a shock imprevisti, che non può essere più sopportata, non può essere più sostenuta.
Non si può pensare di riprendere semplicemente il percorso dove lo si è lasciato. No. Le scene di fame, di panico delle famiglie e delle aziende non possono essere più tollerate. Il riequilibrio delle condizioni di base che determinano lo sviluppo di un territorio è la necessità di una vera Equità, di una prerogativa di uno Stato proiettato al futuro, dove una connessione internet in una zona industriale non deve essere una chimera, dove il territorio non può essere depredato delle sue risorse senza alcun ritorno, come accade per le grandi centrali energetiche e per il petrolio in Basilicata, tra le regioni più povere d'Europa, con la gente costretta ad emigrare pur di lasciare campo libero allo scippo più clamoroso di tutti i tempi. Il riequilibrio e l'equità del Sud parte da una valorizzazione delle risorse naturali, energetiche ed umane del territorio, che meritano di essere utilizzate per portare valore aggiunto in loco. E si pone come obiettivo di brevissimo periodo la liberazione del territorio da tutti i virus che lo attanagliano.
Se c'è un dirigente pubblico che non svolge bene il proprio lavoro, occorre cacciarlo immediatamente perché reca un danno colossale al territorio, creando pregiudizio per le generazioni attuali e future, al di là della retorica di una tutela sindacale che non deve porre al riparo l'uno, ma essere rivolta alla tutela del bene pubblico. Come anche la lotta alla Mafia e sostegno a Giudici come Gratteri e Di Matteo che rischiano la vita ogni giorno. Quanti morti per il virus chiamato delinquenza dobbiamo ancora sopportare? Quanti giovani devono fuggire dal Sud per colpa di un ambiente malsano o delinquenziale? È come e peggio di un virus. Per questo lo Stato deve agire con la forza e la determinazione necessaria per ridestare la speranza e la voglia di farcela di milioni di persone. Per questo ci impegneremo per far arrivare la nostra voce dovunque e tra la gente, per far vivere nuovamente lo spirito straordinario della nostra gente, del nostro territorio.
Leave a Reply