NON SEMBRI CALABRESE…( EPPURE LO SONO)

NON SEMBRI CALABRESE…( EPPURE LO SONO)

NON SEMBRI CALABRESE…( EPPURE LO SONO)

Alzi la mano chi non se lo è sentito dire almeno una volta.

Di Massimo Mastruzzo

18 gennaio 2020 una data storica, un terno niente male 1 – 18 – 20 sulla ruota della R-Esistenza

La manifestazione, di cui Pino Aprile è stato uno dei tre organizzatori, nata in risposta alle critiche rivolte al magistrato Gratteri in ambienti politici e giudiziari per l’operazione “Rinascita Scott”, non è però alimentata dall’odio verso l’altro, come va di moda tra i nuovi leader politici, ma per la sete di giustizia e di Equità Territoriale che questa terra chiede a gran voce.

Il risalto mediatico dato a questi calabresi anomali è stato naturalmente inferiore rispetto agli eventi negativi che invece vengono proposti a loop per alimentare quel pregiudizio nazionale che voyeuristicamente vuole sapere solo come e quanto un calabrese sia brutto e cattivo.

Ecco che quando nella quotidianità si incontrano calabresi ‘normali’ che giustamente reclamano giustizia ed Equità Territoriale l’esclamazione “non sembri un calabrese” nasce spontanea.

lo stesso Gratteri tramite Pino Aprile ha voluto mandare un messaggio alla piazza: “La vostra presenza indica sete di giustizia, sentita e non gridata o sbandierata. È solidarietà testimoniata anche con la presenza fisica”. “Io l’accolgo – aggiunge Gratteri – e ringrazio perché so che questa presenza è rivolta non tanto a chi è più visibile nei mass media quanto alla nostra squadra che lavora, con competenza e sacrificio, in silenzio e lontano da fotocamere o cineprese, in modo quasi per nulla appariscente e solo con l’intento di fare il proprio dovere. Io, senza questa squadra, potrei fare ben poco. Ringrazio tutti, a nome della squadra, per la solidarietà testimoniata con la vostra presenza”

Il sud è terra di eroi e oggi più che mai sappiamo che questi eroi non solo devono lottare su più fronti, la mancanza di Equità Territoriale in primis, ma contemporaneamente devono difendersi dal ‘fuoco amico’ che incredibilmente sembra voler alimentare la disomogeneità con l’intento di mantenere quel dis-equilibrio di gattopardiana memoria .

Oggi, dopo la desecretazione degli atti della Commissione antimafia, sappiamo che Paolo Borsellino davanti alla Commissione antimafia di allora, era il 1984, disse: "Buona parte di noi non può essere accompagnato in ufficio di pomeriggio da macchine blindate - come avviene la mattina - perchè di pomeriggio è disponibile solo una macchina blindata, che evidentemente non può andare a raccogliere 4 colleghi.

Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio - si legge ancora nel testo - con la mia automobile e torno a casa per le 21 o le 22. Magari con ciò riacquisto la mia libertà utilizzando la mia automobile, però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera".

Ancora in una dichiarazione resa invece a Trapani nel 1986: «Non si riusciva a capire come si dovesse istituire una volante che circolasse di notte a Marsala. Non era possibile, non c'erano gli uomini ed io ero stanco, ad un certo punto mi venne in testa (per stanchezza, perchè me ne volevo andare) di fare la proposta di dimezzarmi la scorta per fare la volante. In questo modo si è fatta. A Marsala, la quinta città della Sicilia, con 100 mila abitanti circa, non c'era una volante nè della Polizia, nè dei Carabinieri, che potesse assicurare l’intero arco delle 24 ore»

Io, ancora ad oggi, non riesco a spiegarmi come lo Stato Italiano, abbia potuto abbandonare un proprio servitore, invece di proteggerlo, e mi convinco sempre più di come nella strage di via D ' Amelio ci sia da considerare la corresponsabilità di Stato.

In quella piazza di Catanzaro migliaia di corregionali del calabrese Gratteri, molti arrivati anche da altre regioni del sud, calabresi che non fanno notizia perchè lontano dallo stereotipo preconfezionato dalla stampa nazionale, si sono riuniti per abbracciare non solo simbolicamente, ma concretamente il Procuratore della Repubblica di Catanzaro che rappresenta la vera anima dei calabresi. Non so quanti sono a conoscenza che Gratteri è nato in uno dei borghi più belli d’Italia: Gerace dove esistono tracce di nuclei abitativi di epoca pre-greca, greca e romana

Di Fondo Antiguo de la Biblioteca de la Universidad de Sevilla from Sevilla, España - "Gerace".

Oggi è non facile da raggiungere perchè in quella terra le disattenzioni dello Stato relative alle infrastrutture sono ormai oltre il limite dell’incostituzionalità e come altre reatà della Calabria rischia, a casua di queste decennali disattenzioni istituzionali, di scomparire. Gratteri lo ha già denunciato affermando:” la Calabria rischia di scomparire… se non c’è un progetto per tenere questa gente, la situazione è drammatica. Dovete ribellarvi, incontrarvi tra di voi e discutere. Ma non possiamo estinguerci, dobbiamo preservare la nostra cultura. Magari non attraverso la sagra della melanzana, o non soltanto quella. Perché stiamo scomparendo come calabresi, e al mondo diamo tanto da secoli attraverso l’emigrazione. Ma non dobbiamo vivere con rassegnazione, come se ci fosse un destino oscuro e segnato. Tutto sta a convincerci che è possibile cambiare, dobbiamo solo prendere posizione, essere seri, coerenti e costanti”.

A poche settimane dalle elezioni regionali in Calabria mi aspetterei di vedere proposte concrete per il rilancio delle infrastrutture, per quel porto di Gioia Tauro monco perchè senza gli adeguati collegamenti ferroviari, ed invece assisto all’ennesimo salvatore disceso dal nord esaltare le folle raccontando di quanto fossero buone le polpettine al sugo e di come rilancerà la caloria chiudendo i porti per non far entrare nessuno, tralasciando che per una regione a rischio desertificazione umana e industriale il pericolo non arriva da chi arriva ma da chi è costretto a partire per la mancata Equità Territoriale.

 

Movimento 24 Agosto

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