Questione Meridionale, Questione Femminile e Questione Ambientale non sono altro che tre aspetti dello stesso problema, prodotto da una, unica e pervasiva, ideologia che si manifesta nei tre diversi ambiti. Il fondamento di questa ideologia, o forma mentis, è la divisione del mondo in Superiori e Inferiori.
Quindi nel primo caso è il Franco-Piemontese a ritenersi ‘superiore’ al Duosiciliano, nel secondo caso è l’uomo-maschio che si ritiene ‘superiore’ alla donna-femmina, e nel terzo è l’essere umano, prevalentemente bianco o assimilato tale, capitalista-liberista che si reputa ‘superiore’ alla Natura, deputata ad essere sempre e soltanto da lui sfruttata.
Poiché questo Movimento intende battersi per l’Equità, le tre Questioni sono evidentemente al centro del suo agire, e questa Commissione si propone di occuparsi in modo esclusivo della Questione Femminile in modo trasversale collaborando con le altre Commissioni, per tenere sempre sveglia l’attenzione affinchè si realizzi, nei vari ambiti sociali, lavorativi ed ambientali, la parità di genere.
In questo Paese non è mai stata realizzata l’uguaglianza tra uomo e donna in termini di servizi che rispettino le differenze fra i due sessi.
Non esistono, per esempio, nei luoghi di lavoro nidi che accudiscano i neonati in modo da permettere alle madri lavoratrici di riprendere il lavoro dopo pochi mesi dal parto, come vuole la legge, e poter quindi conciliare le funzioni materne con l’esigenza di lavorare.
Al momento le donne sono costrette a scegliere tra lavoro e maternità, per le ragioni che tutti conosciamo derivanti dalla considerazione della donna come ‘inferiore’ all’uomo per cui i suoi diritti alla piena realizzazione di sé non sono rispettati, a partire dal compenso lavorativo, sempre e in qualsiasi ambito, inferiore, a parità di mansioni, a quello maschile. Le sue esigenze, differenti rispetto al maschio, non sono contemplate, e viene definito come ‘emancipazione’ l’adeguamento delle donne al modello maschile, che non ha per sua natura le stesse esigenze, con relativa rinuncia alle proprie fisiologiche peculiarità identitarie.
Questa discriminazione, perfettamente analoga a quella subita dal popolo meridionale all’interno dell’italia ‘unita’, parte anch’essa dall’educazione e quindi dai ‘modelli’ che trasmettiamo ai bambini fin dall’asilo nido, attraverso la scuola, e i vari mezzi di comunicazione.
La parità di genere attraversa tutti gli ambiti e richiede molta attenzione e collaborazione tra le varie discipline, educazione, istruzione, trasporti, lavoro, ambiente e sviluppo urbano. Una società che non contempla i bisogni di donne e bambini è destinata a diventare una società violenta, e ne abbiamo la dimostrazione ogni giorno. Una società equa è anche una società giusta, che non discrimina, come afferma anche la nostra Costituzione, sulla base di sesso, religione e qualsiasi altra differenza.
Con il lavoro di questa Commissione ci auguriamo di avviarci alla realizzazione di questo principio attualmente completamente disatteso, insieme alle donne di questo movimento impegnate in altri ambiti, scuola, ambiente, trasporti, eccetera, in modo da portare proposte e suggerimenti relativi a questo tema nella propria progettazione tematica. Questo gruppo di lavoro è, in definita, interdisciplinare.
Cosenza, 13 Ottobre 2019
Liliana Isabella Stea
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