Immaginiamo dei prigionieri che siano stati legati, fin dalla nascita, nelle profondità di una caverna, in maniera che gli occhi possano solo fissare il muro davanti a loro. Alle loro spalle sia stato acceso un fuoco gigantesco e che tra il fuoco ed i prigionieri corra una strada rialzata. Lungo questa strada alcune persone portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si ascolterebbe nella caverna un'eco distorto che spingerebbe i prigionieri a pensare che la voce provenga dalle ombre e che siano esse forme viventi. Immaginiamo adesso che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia obbligato a starsene in piedi, con il volto e l’attenzione rivolta verso l'uscita della caverna,i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del sole e proverebbe dolore, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli risulterebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato. Pensiamo invece che addirittura il prigioniero venga portato all’esterno della grotta,i suoi occhi non reggerebbero la forza della luce diurna e come riflesso di autodifesa cercherebbe di ritornare nella caverna, quasi preferirebbe essere incatenato nuevamente.
Se invece permanesse all’esterno,con coraggio, in un principio potrebbe riconoscere la sua ombra o il riflesso in una pozza e poi,poco a poco,la sua vista si abituerebbe alla realtà(libertà) e successivamente potrebbe, di notte, osservare il cielo, ammirando le stelle. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso e capirebbe che tutta la vita/esistenza ruota attorno allo stesso. Felice di questa scoperta andrebbe di corsa nella grotta ad avvisare i propri compagni prigionieri,però un dubio lo assalirebbe: e se non riuscissi a vedere all’interno della grotta? E se tardassi troppo a riabituarmi e non fossi troppo convincente? Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente e, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte. Non ho studiato filosofía ma il Mito della caverna di Platone (Libro 7 della Repubblica) me lo ricordo perfettamente, facevo la terza media e il professore di italiano ce lo spiegò , incastrandolo in un dibattito sulla verità nella comunicazione di massa. Il significato di questo Mito entra in una articolata struttura all’interno del opera di Platone (interpretare le pagine che descrivono la metáfora del sole e la teoria della linea),peró a me piace l’interpretazione fatta dagli idealisti, dove viene espresso il concetto che l’umanità non conosce direttamente la realtà delle cose ma soltanto l'effetto che la realtà esterna ha sulle nostre menti. Platone amava tanto la Sicilia che volle andarci tre volte rischiando tre esecuzioni e oggi possiamo dire che questo Mito sia stato scritto e incapsulato come fosse un messaggio destinato a viaggiare nel tempo e indirizzato a tutta la Magna Grecia. La realtà del SUD è talmente distorta che i propri protagonisti non sono più in grado di percepire la verità. Dopo 160 anni di negazioni,discriminazioni e colonialismo possiamo affermare che i terroni siano come quei prigionieri legati e rinchiusi in quella caverna,incapaci di osservare la realtà fuori da essa o, nel caso l’avessero vista, sono timorosi nel descriverla ai propri compagni. Quante volte ci siamo imbattuti nello scetticismo del luogo comune dove il mantra è sempre lo stesso, un eterno labirinto in cui la speranza non esiste, esiste solo la rassegnazione. La proiezione delle ombre diventa la realtà,la voce spettrale diventà l’essenza ,il messaggio ,il verbo che accompagna la discriminazione proprio come oggi la tv veicola le subliminali e ipocrite affermazioni dei vari Mentana,Annunziata,Gilletti e pseudo giornalisti vari che navigano nel nostro etere. Prima ancora i sussidiari che si recitavano a memoria nelle scuole ,inculcati talmente a fondo nel nostro io che hanno modificato le retine e i timpani, incapaci di riconoscere i suoni,i profumi e le meraviglie che esistono al di fuori della caverna. Eppure sono li ,nessuno le può nascondere o cancellare,si può modificare la percezione ma non la realtà e questa è la speranza. La realtá è la speranza e la realtà è quella che afferma che una terra prospera,baciata dal sole,in mezzo al mediterráneo come se fosse l’ombelico del mondo non può morire di stenti, troppo bella per essere abbandonata,troppo ricca per non essere sfruttata. Uscire dalla caverna fa male agli occhi,rientrare per convincere le proprie sorelle e fratelli fa paura ma è necesario, è necesario svegliarsi,alzarsi e credere in se stessi per cambiare la percezione delle cose,capire che la realtá è diversa da come ce la vogliono raccontare e che il sud è padrone di se stesso.
La lotta comincia cambiando la percezione delle cose e dimostrandolo a tutti, continuando il lavoro dei Sonnino, Gramsci, Salvemini, Villari, Galasso, Zitara, etc...prendendo quel testimone e passandolo agli altri, entrare nella caverna e liberare uno a uno i prigionieri e poi rientrare assieme a loro e con loro per liberare altri e poi altri,fino a liberarli tutti .
Salvatore Bevilacqua M24A Spagna
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