di Massimo Lo Priore e Daniele Quarta
Il Governo Draghi ha licenziato ed inviato, a fine aprile, alla Commissione europea un PNRR nel quale sono tra l’altro definiti la ripartizione dei fondi tra le aree del Paese e la governance per l’attuazione.
È da considerare al riguardo un buon Piano quello messo a punto dal governo italiano?
A nostro parere risulta ampiamente insufficiente, tanto nella ripartizione dei fondi, avendo destinato solo un 32% al Mezzogiorno (il 40% dichiarato è drogato da anticipi di fondi di coesione già spettanti) invece del 65%-70% spettante al Sud secondo i parametri stabiliti in sede comunitaria, e come ampiamente dimostrato dallo Studio pubblicato dal Movimento 24 Agosto Equità Territoriale consultabile qui https://movimento24agosto.it/il-movimento-per-lequita-territoriale-dei-recovery-fund-con-i-criteri-europei-e-linterdipendenza-economica-1452-miliardi-a-sud-673-a-nord/ quanto nella organizzazione tecnico-amministrativa con cui dare attuazione agli ambiziosi progetti del Piano.
Se sulla ripartizione dei fondi è in corso un lungo dibattito, in merito alla governance invece, e cioè a come la P.A. potrà affrontare la sfida più importante del secolo, per ora si tace.
E’ su questo importante aspetto che in particolare riteniamo di intervenire con un contributo ed una proposta.
Il PNRR Draghi tenta di dare soluzione alla governance degli investimenti agendo su due fronti.
A livello centrale nei diversi Ministeri coinvolti (Finanze, Sviluppo Economico, Sud, Transizione etc.) sono previste task force di tecnici, nonché il coinvolgimento di organismi privati specializzati in consulenza strategica, per monitorare e verificare globalmente l’attuazione degli interventi, per rendicontare le spese e l’avanzamento di target e di milestone, per svolgere una supervisione generale sull'effettiva attuazione degli investimenti.
In parallelo, a livello periferico e territoriale le Regioni e gli Enti locali dovranno governare l’attuazione degli interventi, la verifica specifica degli avanzamenti, la somministrazione delle risorse concesse, e la loro singola rendicontazione.
Per questo potranno contare sull’assunzione di 2800 tecnici a tempo determinato, sulla collaborazione di esperti esterni, sull’apporto delle società pubbliche che affiancano le PA nelle politiche di investimento.
Le soluzioni di governance tracciate nel PNRR sono a nostro avviso del tutto inadeguate a centrare l’obiettivo di un’efficiente utilizzazione dei fondi messi a disposizione del Recovery Plan e riteniamo che le Regioni e gli Enti Locali, destinatari ultimi dei finanziamenti, siano e restino l’anello debole del processo così come organizzato nel Piano.
Questo non solo perché le misure previste di irrobustimento e di formazione della PA sono ampiamente insufficienti nella direzione di un effettivo efficientamento della P.A., ma anche e soprattutto, perché nel PNRR presentato in Europa è totalmente assente un anello di congiunzione, di sostegno e di gestione tra il Centro e gli Enti Locali periferici.
In una recente intervista al Quotidiano del Sud, l’economista Prof. Alberto Quadrio Curzio ha proposto di esternalizzare le competenze per l’impiego dei fondi, accentrandole in un ente dedicato, una sorta di Cassa del Mezzogiorno 4.0 ispirata al “modello Saraceno”, finalizzata all’attività di programmazione ed esecuzione degli investimenti del PNRR.
Vale la pena ricordare la positiva esperienza di un recente passato (1950-1992) dove un Intervento Straordinario per il Mezzogiorno, gestito dalla CASMEZ, riuscì a ridurre sensibilmente il gap di crescita e welfare tra meridione e settentrione d’Italia, e come la chiusura di tale esperienza nel 1992 si dimostrò distruttiva dei progressi conseguiti e, nell’assenza di una imprescindibile politica di consolidamento degli stessi, costituì i presupposti della crisi in cui oggi è stato ricacciato il sistema economico e produttivo meridionale.
Il Movimento 24 Agosto – Equità Territoriale ritiene che la mancanza dell’anello di congiunzione tra il Centro e gli Enti locali periferici, prima descritto nel PNRR, potrà essere superato solo attraverso l’istituzione di un nuovo soggetto bancario pubblico capace, da un lato, di trasformare la totalità dei fondi provenienti da NGEU e quelli di coesione del settennato 2021-2027 in concreti mezzi finanziari per gli investimenti e dall’altro lato, di offrire agli Enti territoriali consulenza tecnica sulla progettazione, istruzione e rendicontazione dei progetti che dovranno essere realizzati.
Questo nuovo polo bancario pubblico non potrà che essere collocato nel Meridione d’Italia come azione di ribilanciamento del sistema creditizio italiano, a trazione esclusivamente settentrionale, come richiesto dall’’intervento comunitario NGEU ed in linea con le Raccomandazioni del Consiglio Europeo sul programma di stabilità 2020 dell'Italia (COM 2020 -512 final)
Il Nuovo Polo Bancario del Mezzogiorno prospettato sarà una infrastruttura tecnico-creditizia articolata in due soggetti operativi, giuridicamente distinti, ma in sinergia funzionale: una moderna “azienda bancaria” estesa, con limiti di concessione creditizia nel breve-medio termine, ed un “soggetto tecnico” specializzato in servizi progettuali, in consulenza, in concessione creditizia a medio-lungo termine.
L’azienda bancaria sarà entità giuridica (S.p.A.) sostanzialmente pubblica (tra i principali azionisti di maggioranza dovrà essere comunque annoverata la FONDAZIONE BANCO DI NAPOLI), ma nei limiti del 20% potrà essere consentita la partecipazione societaria di capitale privato con quote non rilevanti, in particolare di operatori del credito nel Mezzogiorno e nelle aree interne, previo conferimento di sportelli e di rami di azienda di corrispondente valore.
Dovrà dare forza al risparmio delle famiglie, sostenere il credito alle imprese che investono su loro stesse, offrire prospettive reali alle start-up, accompagnare il Terzo settore, soccorrere i soggetti in difficoltà, con problemi di accesso al credito privato, con particolari linee di accompagnamento e sostentamento.
Oltre ai tipici dipartimenti (gestione del credito, gestione della raccolta, gestione della finanza) offrirà servizi assicurativi (bancassurance), prevalentemente in prodotti assicurativi non automotive, e prodotti speciali a finalità etica per il sostegno, proattività e contrasto all’usura.
Il punto qualificante e distintivo della proposta è un secondo soggetto costituente il Polo, cioè un soggetto tecnico, sinergico all’azienda bancaria e votato all’accompagnamento degli investimenti produttivi ed infrastrutturali. Sarà compito di un tale soggetto tecnico valutare, in attuazione delle direttive e regolamenti sottostanti ai fondi NGEU, l’eleggibilità tecnico-economica dei progetti di investimento pubblici e privati, deliberarne il finanziamento ed attuarne le modalità di erogazione e rendicontazione delle somme. Trascorsa la fase straordinaria di intervento comunitario, il soggetto tecnico dovrà assicurare in via ordinaria alle grandi, medie e piccole imprese industriali, commerciali, di servizio, nonché agli Enti operanti nel territorio un qualificato servizio sostentamento finanziario, consulenziale e partecipativo delle loro attività, dei programmi di sviluppo pluriennale, dei progetti.
Il “soggetto tecnico” potrà essere una new company oppure prendere vita dal recupero e riorganizzazione dell’I.SV.E.I.MER. (Istituto per lo Sviluppo Economico dell'Italia Meridionale), allo stato in liquidazione volontaria, la cui storia ed il cui Statuto calzano perfettamente con gli obiettivi di rilancio e sviluppo del Mezzogiorno e delle Aree interne.
In particolare, per rispondere alla missione sarà articolato in:
- Centro Studi e Strategie – per lo studi e rilevazioni, indirizzi di finanziamento, consulenza tecnica ad operatori economici e pubblici, collaborazione con Università e centri di ricerca applicata; coinvolgimento di investitori istituzionali o privati;
- Finanza Strutturata ed Agevolata – accompagnamento progetti con strumenti di intervento agevolato comunitari, nazionali e regionali, quali i fondi strutturali e gli imminenti NEW GENERATION EU ;
- Finanza di partecipazione – accompagnamento dei progetti anche con la partecipazione diretta temporanea nei capitali d’impresa,
- Credito di MLT Industriale, Fondiario ed Agrario – comparto specializzato in investimenti nei settori industria, commercio, turismo, navale, in investimenti immobiliari, edilizi ed agrari/pesca;
- Infrastrutture e Project Financing – comparto dedicato ai progetti pubblici-privati;
- Progettazione Europea – assistenza, valutazione e presentazione di progetti alle Commissioni Europee, per conto di soggetti pubblici e privati;
- Incubatori di Impresa – hub dedicati, presenti nei principali poli e distretti industriali del Mezzogiorno;
- Amministrativa, Legale, Contrattuale – competenze consulenziali;
Onde attrarre il risparmio in forme di investimenti a vantaggio dell’economia reale, ad ambedue i soggetti saranno infine consentite ex lege emissioni obbligazionarie collocabili sul mercato dei capitali interno, ovverosia esclusivamente rivolte ai soli risparmiatori italiani, caratterizzate da esenzione di imposte e di garanzia dello Stato.
Potranno inoltre costituire finalizzati Fondi di raccolta o rotativi, legati a particolari indirizzi di investimento in poli e/o distretti produttivi, di servizio e ricerca nelle aree del Meridione, ove le imprese possano reinvestire parte dei loro utili per conseguire comuni vantaggi di sviluppo e di rifinanziamento.
Il Nuovo Polo Bancario del Mezzogiorno così concepito rappresenta anche la risposta ad alcune importanti raccomandazioni programmatiche che venticinque tra i più importanti e noti economisti, docenti ed intellettuali in Italia (tra i quali il Prof. Gianfranco Viesti, il Prof. Isaia Sales, gli editori Alessandro Laterza e Carmine Donzelli ed altri di non meno di rilievo) hanno rivolto al Governo in un documento da loro sottoscritto: “Ricostruire l’Italia, con il Sud. Dieci punti per il Piano di rilancio”. Infatti, il Polo assicura il controllo dell’avanzamento della spesa, il rafforzamento tecnico delle Amministrazioni Comunali e il consolidamento e mantenimento dei risultati raggiunti, attraverso equilibrate Leggi di bilancio.
Il Movimento 24 Agosto EQUITA’ TERRIOTRIALE non si ferma qui. Per dare un consistente segnale di cambiamento delle politiche nei confronti del Mezzogiorno e nell’immediato proiettarlo in una dimensione internazionale, si è fatto promotore di una specifica petizione per trasferire a Napoli la nuova sede della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS-EBRD) che a breve dovrà lasciare Londra a seguito della Brexit.
Napoli è sede ideale per la più importante Authority bancaria europea: la sua posizione al centro del Mediterraneo, la sua ultra-millenaria cultura cosmopolita, la presenza del più grande e antico archivio bancario del mondo, curato dalla Fondazione Banco Napoli, la rendono in tal senso luogo simbolo.
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