di Michele Eugenio Di Carlo
Sentire le lamentele dei nostri numerosissimi studenti universitari del Sud che studiano al Nord, e dei propri familiari, che in questi ultimi mesi si trovano a dover pagare affitti mentre le università sono state praticamente chiuse, fa proprio male e costringe a riferire nuovamente quello di cui pochi sono a conoscenza.
Fu un provvedimento del governo di Enrico Letta e della ministra dell’Istruzione di allora, Maria Grazia Carrozza, a penalizzare fortemente le università del Sud con una sorta di decreto ammazza università meridionali che ha dato soldi alle università ricche e li ha sottratti a quelle povere. Badate bene, non a quelle migliori, a quelle più ricche.
Lo scrive peraltro l’amico Pino Aprile nel suo ultimo testo “L’Italia è finita”, come sempre una miniera di informazioni. Tanto che l’economista barese Gianfranco Viesti ne scrisse un libro di denuncia: “La laurea negata”, arrivando a dire che tanto valeva farle chiudere per come erano state discriminate.
Un decreto che andò a peggiorare le già antimeridionali norme dei precedenti ministri Profuno e Gelmini. Ora uno studente meridionale su due (8 su 10 in Basilicata) sceglie un università del Nord e questo comporta l’ennesimo esborso di miliardi che passano da Sud a Nord, quasi non bastasse la tristissima e abominevole emigrazione sanitaria.
Questa politica di sottrazione di fondi e di risorse al Sud è stata condotta senza interruzione e indifferentemente da governi di tutti i colori, destra, centro e sinistra, persino di natura tecnica. Ma pochi di noi se ne sono accorti, perché la politica ormai è diventata il regno degli incapaci e degli ignoranti.
La manipolazione politica-mediatica al servizio dei poteri finanziari e politici nord-centrici, quotidiana da almeno 35 anni (vedere i dati riportati dagli studiosi di processi comunicativi Stefano Cristante e Valeria Cremonesini) ci ha invece fatto credere che sia tutto normale. Non lo è affatto!
Nonostante tutto, nonostante la continua e discriminante sottrazione di fondi, molte delle nostre università restano ad alti livelli. Necessario inoltre ricordare che tra le prime grandi università italiane vi è la Federico II di Napoli da cui fino al 1861 uscivano la maggior parte dei laureati in Italia. Infatti la Federico II è stata fondata nel 1224 e quindi non a caso ha quel nome importante, mentre le tanto decantate “Politecnico di Milano” e la super propagandata “Bocconi” sono sorte rispettivamente nel 1863 e nel 1902. Inutile e superfluo citare quelle sorte, per lo più private, durante la lunga parentesi leghista e nordista che abbiamo attraversato e da cui non siamo ancora usciti.
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