di Raffaele Vescera
La foto della prima pagina di Libero del 4 ottobre 2018, ci mostra un titolo insultante per napoletani e migranti: “Il colera torna a Napoli, lo hanno portato gli immigrati”, un modo per sputare in colpo solo odio contro ciò che è “meridionale”. Nessuna novità per quel giornale d’accatto che diffonde sistematicamente razzismo da quando è nato, organo della destra berlusconiana sposata a quella leghista, ora nelle mani di Feltri, dichiaratamente di formazione fascista. Si può trovare di meglio sul mercato dell’odio?
Giornale che, non bastando la sua anima fascioleghista, figurando come organo ufficiale del Partito monarchico italiano (ovviamente savoiardo) riceve annualmente 5,7 milioni di Euro di finanziamento pubblico, un paio di milioni dei quali proveniente dalle tasche dei meridionali, che abitualmente insulta con graziosi epiteti quali “incapaci, indolenti, scansafatiche, assistiti, imbroglioni, ladri, mafiosi” e altre amenità da armamentario razziale, più adatto a un’osteria di beoni elmocornuti che a un giornale che nessuno compra e che, grazie ai nostri soldi, viene distribuito gratis persino sui treni.
Ma tant'è, l’infeltrito direttore, accompagnato da una squadra di pessime penne, si può permettere questo e altro anche nel giorno di San Francesco patrono d’Italia, (ma solo del Nord secondo lui), grazie al silenzio assenso della quasi totalità della politica e del giornalismo italiano, per concordanza di sentimento razzista o per sindrome di Stoccolma, visto che al momento la maggioranza dei membri del governo, dei parlamentari e degli opinionisti è meridionale. La recente richiesta di deferimento di Feltri dell’ordine dei giornalisti al consiglio di disciplina non lascia sperare più di tanto, vista la compatta falange antimeridionale che lo sostiene.Il leghismo parla a un pubblico “amico”, formato da 160 anni di diffamazioni razziali, riservate agli abitanti del Sud “colonia interna”, diffamazioni diffuse anche da democratici e socialisti giornalisti di grido quali Bocca e Brera, utili a giustificare le discriminazioni economiche e sociali di cui il Mezzogiorno è vittima a causa di una unità d’Italia malfatta per mano savoiarda.
Al titolo che attribuisce a Napoli la colpa, fondata su un falso storico, di essere terra di colera, ora che la totalità dei contagiati da coronavirus presente nelle regioni padane, esporta il contagio anche al Sud dovremmo rendere pan per focaccia accusando il Nord di portare al Sud il peggio che c’è, visto che dopo la devastante invasione sabaudo-piemontese del 1860 ha dovuto subire la calata dal Nord di fascismo, terrorismo, leghismo e quanto di peggio ha prodotto l’ideologismo italiota?
Farlo sarebbe da razzisti, e il razzismo non è propriamente diffuso in una terra da sempre civile, pacifica e accogliente come il nostro Mezzogiorno, già Magna Grecia, impero romano, poi federiciano, Regno di Napoli e delle due Sicilie, crogiolo di decine di popoli e civiltà diverse, che ha dato lumi al mondo per migliaia di anni. Terra oggi ridotta all’osso, grazie all’iniqua politica nordcentrica che tratta i meridionali quali cittadini di serie B. Noi non rispondiamo ai leghisti con la stessa mancanza di senso civico, da Palermo a Napoli, nessun settentrionale infetto dal virus è stato discriminato e insultato quale untore. Tant’è che i parenti della signora lombarda, Bergamasca come Feltri, ricoverata a Palermo, hanno riempito la città di post-in di ringraziamento per l solidarietà e le cure ricevute. Il Male si vince con il Bene, non con l’odio contro tutti.
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