di Marco D'Alessandro
Il sig. Christian Jessen medico britannico nel corso di una intervista rilasciata alla emittente radio online Fuber, ha detto, parlando della pandemia di corona virus, “Gli italiani, sappiamo come sono, per loro ogni scusa è buona per chiudere tutto, interrompere il lavoro e fare una lunga siesta” riferendosi nello specifico alle prescrizioni contenute nel Dpcm del giorno 11 marzo scorso.
Immediata la risposta dell’ottimo Burioni che l’ha definito idiota e concludendo che non è un’offesa ma una diagnosi.
Ma vorrei tralasciare questa faccenda nello specifico e concentrarmi su una tutta italiana, partendo da questo spunto. Mi piacerebbe sapere come si sentono quelli del Nord leggendo un post dell’Ansa, con il quale si porta a conoscenza che una persona come questo razzista inglese, ci definisce, tutti, scansafatiche per il solo fatto di essere italiani e probabilmente pensa e non dice tanto altro.
Mi piacerebbe sinceramente sapere anche cosa pensano, sapendo che per noi meridionali, loro sono il nostro sig. Jessen poiché da 160 anni il nord pensa del sud quello che Jessen, inglese, pensa dell'Italia intera.
Mi piacerebbe sapere se fanno la considerazione che è sbagliato classificare le persone per la loro sola collocazione geografica: sei sotto un certo parallelo e automaticamente diventi brutto, sporco, cattivo e scansafatiche.
Alle volte è solo questione che manca il tempo per pensare, manca lo stimolo intellettuale che invece in questi ultimi 160 anni è stato decisamente troppo orientato a denigrare la parte “sud” dello stivale con la sua parte di popolazione. Adesso però questo tempo ce l’abbiamo e le spinte intellettuali, che vengono anche dall’idiota inglese, ci sono. Per una volta abbiamo le condizioni affinchè la parte pensante degli italiani, realizzi che è sbagliato pensare di noi del sud quello che pensano, perché vivono sulla loro pelle il disagio e la rabbia che noi meridionali proviamo quando loro pensano di noi le stesse cose.
Mi piacerebbe pensare che da questa pandemia trarremo un insegnamento e che finalmente faremo gli Italiani dopo aver fatto l'Italia 160 anni fa.
1 Comments
Elio De Lorenzis
Basta concentrarsi su quello che pensano di noi, dei luoghi comuni che che ci vogliono con tutti gli aggettivi negativi di questo mondo. Del vittimismo come del senso di inferiorità dobbiamo smettere di occuparci. Viva la presa di coscienza che è possibile uno sviluppo diverso perché abbiamo acquisito la consapevolezza che possiamo ottenerlo perché è giusto e perché lo vogliamo ed è improcrastinabile, perché può rappresentare la leva che innalzerà il tanto ” agognato” PIL nazionale. È la nostra idea di rivoluzione.