SI GUARDA IL DITO E NON LA LUNA

SI GUARDA IL DITO E NON LA LUNA

SI GUARDA IL DITO E NON LA LUNA

È sempre la stessa storia di disomogeneità territoriale

Di Massimo Mastruzzo

Provocatoriamente dico che l’iniziativa del blogger “Un terrone a Milano” Stefano Maiolica, di un autobus "autogestito" per affrontare il viaggio della speranza per fare rientro a casa, in aperta violazione del principio di continuità territoriale che dovrebbe garantire uguale diritto di movimento e condizioni di viaggio dignitose a tutti i cittadini in tutto il Paese, è la chiara dimostrazione (una delle tante) di mancata Equità Territoriale, e per assurdo invece che sottolineare l’enormità incostituzionale della luna i mass media si sono fermati ad osservare l’iniziativa, seppur lodevole, del dito.

Sia ben chiaro, quel bus lo avrei preso anch’io, ed avrei ringraziato per la brillante idea e per l’opportunità di rimediare alla sottrazione di diritti dovuta alla mancata applicazione della Costituzione che, art. 3 in mano, dovrebbe garantire che :

“Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Che cosa significa? L’articolo assume il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini come un diritto fondamentale. L’uguaglianza è innanzitutto un’uguaglianza formale, cioè l’uguaglianza di fronte alla legge: per esempio che un cittadino sia cattolico, ebreo, musulmano o ateo, per la legge non cambia nulla e i suoi diritti restano i medesimi. L’art. 3 indica quali sono le differenze che non incidono sull’uguaglianza perché ciascuna di esse è stata in passato una ragione di discriminazione: basti pensare al fatto che le donne per secoli non hanno avuto gli stessi diritti degli uomini.

La seconda parte dell’articolo, però, assegna alla Repubblica il compito di favorire l’uguaglianza sostanziale, ossia l’uguaglianza effettiva: la povertà, la provenienza da un ambiente disagiato, le scarse infrastrutture, la scarsa offerta di mobilità pubblica ecc. sono fattori che possono determinare tra i cittadini una disuguaglianza tale da impedire l’esercizio dei diritti fondamentali.

Il principio di uguaglianza, presente appunto nell’art. 3 della Costituzione, dovrebbe (in questi casi, come si suol dire, il condizionale è d’obbligo) garantire il principio secondo cui gli uomini sono uguali per natura, non nel senso che sono identici come se fossero fotocopie o che devono diventarlo, ma nel senso che hanno gli stessi diritti.

Ed invece ?

Tutti ad applaudire come le tre scimmiette che non vogliono vedere, sentire o urlare che tutte quelle persone (e le tantissime altre che, ad esempio, prendono puntualmente da Milano un pullman in direzione sud, come, i viaggiatori presenti su due pullman Flixbus, partiti da Milano e diretti in Sicilia, che sono stati lasciati a Vibo Valentia perché gli autisti avevano superato il monte ore di guida a loro consentito con carabinieri e polizia che sono dovuti intervenire sul posto per placare l'ira dei passeggeri),

subiscono una sottrazione di diritti che meriterebbe una denuncia presso la Corte europea dei diritti dell’uomo.

Ad onor del vero qualcuno si è accorto che nel Mezzogiorno dell’Italia, sui diritti, c’è qualcosa che non va, si tratta del   direttore generale per la Politica regionale della Commissione Ue, Marc Lemaitre, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al governo "indicando le cifre più che preoccupanti sugli investimenti al Sud, che sono in calo e non rispettano i livelli previsti per non violare la regola Ue dell'addizionalità" aggiungendo:

"Non conosco nessun altro Paese che ha una situazione così debole. Gli sforzi europei fatti attraverso il bilancio comunitario sono stati neutralizzati dai tagli agli investimenti pubblici nel Mezzogiorno questo è legato anche alla capacità amministrativa, ma siamo certi che con un'attenzione adeguata dedicata a questo campo potrebbero esserci molti investimenti pubblici in più al Sud. E allora, forse, cominceremmo a fare la differenza". 

Bisogna sottolineare cosa si intende per principio di addizionalità: I finanziamenti dei fondi strutturali europei non possono sostituirsi alla spesa nazionale di uno Stato membro.

Esattamente il contrario di quello che succede in Italia, che usa i fondi “extra” che arrivano dalla UE come sostituti della spesa pubblica e non come portatori di valore aggiunto per quei territori che necessitano di quel valore aggiunto. Papale papale si usano i soldi destinati al sud per la spesa pubblica del nord, e per questo è arrivato il richiamo della Commissione UE.

Visto che sono in vena di polemica, salto di palo in frasca, e vado a chiedere alle sardine, tutto questo vi sembra normale? O visto che viene fatto con sobrietà e nelle sedi istituzionali diventa accettabile?

Movimento 24 Agosto

Movimento 24 Agosto

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