di Raffaele Vescera
Oggi, nel Varesotto, culla leghista, punita la maestra di un nido d’infanzia che maltrattava anche fisicamente i bambini, in particolare uno al quale urlava “terrone”, evidentemente figlio di meridionali. Le telecamere hanno ripreso la stessa maestrina intenta a ricevere nell’asilo il suo compagno, con il quale si appartava per fare sesso in una camera lasciando soli i bambini. La punizione? Il licenziamento in tronco per maltrattamenti con l’aggravante razziale? Macchè, solo sei mesi di sospensione dal lavoro. Ciò vuol dire che i poveri bambini potranno ritrovare la strega malvagia quale loro maestra, l’anno prossimo.
Questo appena dopo che il presidente Mattarella aveva concesso il perdono a Umberto Bossi, a suo tempo condannato per aver insultato l’altro presidente Giorgio Napolitano con il termine “terrone”. Non capisco il senso del perdono dato da Mattarella a tale personaggio, distintosi quale capo fondatore della Lega Nord per attività antimeridionali, insulti e ruberie per 49 milioni di Euro, per questo condannato, e che grazie a Salvini è stato rieletto senatore, mantenuto, con un milione di euro che incasserà nei cinque anni di legislatura, pagato con i soldi dei cittadini, anche “terroni”. Evidentemente l’impunità dei leghisti è una condizione necessaria al mantenimento delle ingiustizie italiane contro il Sud.
Altro grande impunito è il leghista Borghezio, già europarlamentare leghista, con note simpatie nazifasciste, distintosi per aver chiamato i meridionali “merdacce mediterranee” e per aver invocato la derattizzazione di Napoli, definendo i napoletani “topi che votano”. Proprio ieri la polizia ha scoperto l’arsenale di un movimento neonazista che preparava attentati terroristici, tra loro i membri del gruppo esaltavano Borghezio e Bannon, l’amico e ispiratore di Salvini verso il passaggio pseudo nazional-sovranista, come dai desiderata di Putin e Trump, due campioni del nuovo corso scellerato del mondo.
Per fortuna, da Napoli arrivano buone notizie, la senatrice del M5S Sabrina Ricciardi ha detto chiaramente che non voterà mai l’autonomia differenziata, così come la vuole la lega con la complicità degli altri partiti del nord, quali Fi, Fdi, Pd e parte dello stesso M5S. Autonomia differenziata che con la recente proposta del ministro Pd Boccia vogliono far passare senza definire i livelli essenziali di prestazioni, ovvero i diritti elementari di tutti i cittadini, anche meridionali. Con la Ricciardi, anche altri parlamentari del M5s e la consigliere regionale campana Maria Muscarà, la quale ha dichiarato che far partire l’autonomia senza i Lep è un modo per continuare a sottrarre al Sud 62 miliardi di Euro l’anno, come accade da decenni, a vantaggio del Nord.
Che la battaglia per l’equità Territoriale sia ripresa da altre componenti politiche non può che far piacere al Movimento 24 agosto di Pino Aprile, che su questo tema conduce una lotta senza quartiere contro ‘iniquità di trattamento a danno dei cittadini del Sud, lotta che è riuscita a bloccare dallo scorso anno l’entrata in vigore della legge che vuole rendere istituzionale lo scippo al già impoverito Sud per arricchire ulteriormente il già arricchito Nord.
Leave a Reply