Si difende quello che si ama e noi amiamo questa terra, ogni singola goccia, ogni pietra, persino la sua polvere. Ed oggi più che mai va difesa insieme alla sua gente.
A conferma di quanto scritto, la storia ci narra di milioni di uomini morti per difendere il proprio paese, soldati, partigiani, gente comune, tutti patrioti. Molti di loro sono stati onorati come tali, altri volutamente dimenticati e tra questi alcuni sono stati scoperti e rivalutati.
"Il Patriota" di Monica Lippolis narra la vita romanzata di Pasquale Domenico Romano nato a Gioia del Colle nella prima metà dell'800, alfiere della prima compagnia del V Reggimento di Fanteria di linea del Real esercito borbonico, più famoso come il Sergente Romano. Un giovane ventisettenne che difese la sua terra (quella che oggi corrisponde al Mezzogiorno d'Italia) prima in qualità di soldato, poi come partigiano, animato dalla lealtà verso il suo re e dall'amore per la propria patria.
È proprio sul significato di quest'ultima parola che si vuole focalizzare l'attenzione.
La patria per un popolo rappresenta tradizione e cultura, esperienze affettive, morali, politiche e storiche. È a questo concetto che ci appelliamo per richiamare al "buon senso" tutti coloro che in questi giorni più che mai, grazie ai mezzi di comunicazione a disposizione continuano a calunniare un Sud operoso e dignitoso, anziché concentrarsi sul raggiungimento del bene comune. Questo deve essere l'obiettivo, superare tutti insieme il momento drammatico che si sta vivendo, grazie ad un'equa gestione del paese.
Se da soli si corre veloci insieme si va lontano.
Di seguito è riportato un passaggio del romanzo "Il Patriota":
"Ho combattuto per te, Patria mia, per riaverti libera, ho combattuto per riaverti mia... quanto sei bella! Dio solo sa quanto ti ho amata... "
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