di Raffaele Vescera*
Nello stesso giorno in cui in Italia, quattro bestie tatuate e palestrate, massacravano il povero giovane Willy Monteiro Duarte, colpevole ai loro occhi di voler difendere un amico aggredito, altri branchi di mostri si scatenavano contro povere ragazze minorenni, picchiate e stuprate, rovinando la loro giovinezza. Non è solo cieca violenza, è anche cultura razzista contro i neri come Willy, schiavizzati e massacrati impunemente dai “bianchi”, e le donne, da millenni brutalizzate e vittime di violenza maschilista. Agghiaccianti le parole dette dai genitori di uno degli assassini: "era solo un immigrato".
Una violenza vigliacca compiuta contro persone più deboli, in ossequio alla primitiva legge del più forte, di muscoli non di cervello. Una legge che trasuda da ogni poro di questa società, negli ultimi anni malata più che mai di ignoranza e di “suprematismo”. In Occidente, il risveglio di movimenti apertamente razzisti venati di sentimenti neonazisti ne è espressione. Non solo sopraffazione fisica, più di tutto economica, con miliardi di esseri umani ridotti in miseria nel mondo dal persistente colonialismo, costretti a migrare per fame e persecuzioni.
Un infame colonialismo, che vede coinvolti partiti che si professano “democratici”, da cui non è esente l’Italia, con tutti i suoi partiti uniti in quello “del Nord”, contro venti milioni di abitanti del suo Sud, trattati quali cittadini di serie B, cui sono negati gli stessi diritti concessi a quelli del Nord. A partire da quella malfatta unità d’Italia imposta con le armi da uno stato militarista e guerrafondaio come il Piemonte, guidato dalla dinastia savoiarda, responsabile di feroci guerre coloniali, di due guerre mondiali e un ventennio di dittatura nera.
L’Italia, con la sua lega nord, razzista contro meridionali e stranieri e in questo alleata con i neofascisti, ne è erede. Non da meno di altri paesi occidentali di scarsa civiltà dove spadroneggia la sottocultura della violenza, diffusa da decine di canali televisivi, privati e non, che trasmettono film con carneficine da un morto al secondo, e programmi show in cui la crema della stupidità umana è chiamata a raccolta, per educare alla brutalità gli spettatori più fragili e culturalmente indifesi.
Dicono che la legge del più forte e della supremazia sia quella vincente nel genere umano, poiché connaturata allo stesso istinto dell’uomo. Innegabile che la legge della sopraffazione abbia molti seguaci. Per fortuna non l’intera Umanità, come vorrebbero farci credere, poiché se per davvero fossimo tutti bestie feroci, il genere umano si sarebbe già autodistrutto da millenni, in quanto gli uomini si sarebbero già uccisi tutti l’un l’altro. Invece questo mondo, nonostante tanta crudeltà e cinismo, regge grazie ai “giusti” che rifuggono dal male assoluto.
Il vescovo che stamane ha officiato il rito funebre di Willy, ha definito il povero giovane come un nuovo Cristo, che parlava con la forza della ragione, non dei muscoli. Non solo Cristo, basti pensare a uomini immensi come Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela e milioni di altri schierati dalla parte dell’uguaglianza e dell’equità. Sono costoro che dando la vita per la giustizia tengono in vita il genere umano, per quanto sporcato da tanti cinici farabutti. Noi non possiamo non sentirci parte di questo sentimento di Equità universale, per dare il nostro contributo a cambiare questo Paese iniquo.
*direttivo nazionale del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale
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